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Migliaia di cozze e arselle morte, quindi impossibili da proporre sul mercato. Nello stagno di Santa Gilla va in scena l’ultimissima tragedia dei 250 pescatori del consorzio ittico. Dopo i maxi danni dell’alluvione, lo scenario è quasi spettrale. “Un disastro senza precedenti”, così commentano i pescatori, reduci da una giornata – quella di ieri – nella quale hanno manifestato sotto il Consiglio regionale, chiedendo un primissimo indennizzo “di 400mila euro”.
L’aria che tira, purtroppo, è quella di uno stop al lavoro per chissà quanto tempo. Un dramma per le tantissime famiglie che “vivono” grazie alla pesca nello stagno.