Alla fine, è sempre una questione di nomine. Di poltrone e di potere, di soldi e di spartizioni. Così la sanità in Sardegna è arrivata a livelli neanche definibili, con tempi d’attesa disumani e prospettive sempre più devastanti. Ora, sono proprio i 5 stelle, ovvero il partito che governa la Sardegna, ad accorgersene, dopo aver promesso in campagna elettorale una rivoluzione per i sardi sin dalla prima ora di insediamento della giunta. Le cose sono ovviamente andate molto diversamente: la sanità va sempre peggio, l’assessore Bartolazzi viene quotidianamente attaccato da più fronti, la resistenza politica del centrodestra all’interno dei meccanismi di potere è supportata anche da pezzi della maggioranza e la conclusione è sempre la stessa: i sardi non possono curarsi, né fare prevenzione, né osare sperare in una visita che non sia a pagamento. La novità è che oggi è il partito a capo della regione a ricordare evidentemente a se stesso il disastro in cui i sardi sono costretti a barcamenarsi per sopravvivere.
Dopo mesi di attesa, i 5 stelle vogliono ora accelerare sulla sostituzione dei direttori generali delle Asl. Ovviamente, se accadrà, sarà per accordi politici e contentini elettorali, come è sempre stato. Intanto, i 5 stelle sembrano essersi accorti dello sfascio totale, tanto che uno dei consiglieri regionali usa termini decisamente pesanti per definire la situazione della sanità nell’isola.
“Nella variazione di bilancio abbiamo destinato 200 milioni alla Sanità, di cui ben 161 per il funzionamento delle Asl. Per evitare che queste ingenti risorse non vadano a buon fine a causa del comportamento non collaborativo di chi invece dovrebbe immediatamente eseguire i compiti affidati, come maggioranza abbiamo il dovere morale di riorganizzare dando obiettivi precisi. Dopo l’approvazione del DL 45 sulle aree idonee dobbiamo andare immediatamente in Aula per approvare la legge sul commissariamento dei Direttori Generali. I sardi non possono più attendere”.
Queste le dichiarazioni di Roberto Li Gioi (M5S), che aggiunge: “La questione sanitaria nella nostra isola è arrivata da tempo a livelli inconciliabili con un vivere civile. È la priorità delle priorità. È nostro obbligo resettare completamente l’attuale management di tutte le Asl per dare gambe a un cambiamento che non può più essere rinviato”.