Dolci, formaggi, ma anche patatine, hamburger e prosciutti. I prodotti tipici e meno tipici restano “chiusi” dentro i camion bar e i furgoni degli ambulanti sardi. Il Governo continua, anche con l’ultimo Dpcm di ieri, a bloccare tutte le sagre. Paesi senza ghirlande e festoni svolazzanti nelle strade, venditori fermi a casa a contare le spese, in continuo aumento. Qualcuno sta per ottenere i duemila euro dalla Regione, qualcun altro non li ha potuti chiedere perchè fa anche altri lavori, con i quali comunque non riesce a far quadrare il bilancio familiare. Manca, all’appello, l’incasso di ogni singola sagra: stando al decreto, tutto sarà fermo sino al prossimo tredici novembre. Ma a quel punto, a un respiro dalla fine del 2020, il pallottoliere mostrerà “zero incassi” per nove mesi dell’anno, da marzo a dicembre. Salvo miracoli.
Giancarlo Sergi, cagliaritano di 57 anni, è uno dei “caddozzoni” che gira per mezza Sardegna, proponendo hamburger, bibite e patatine fritte alle sagre: “Santa Maria di Uta annullata, matrimonio selargino idem come per Sant’Andrea di Assemini. Hanno pure sospeso i concerti, non vado più nemmeno fuori dalla Sardegna Arena quando ci sono le partite del Cagliari perchè, con mille persone dentro lo stadio, gli affari non andrebbero mica bene”, racconta. “I venerdì e sabati sera lavoravo fuori dalle discoteche, ma adesso sono chiuse. Ho avuto due bonus da 600 euro dal Governo, non mi sono bastati nemmeno per pagarmi l’Inps. Sono messo male, spero che gli aiuti della Regione arrivino presto. Il mio è l’unico stipendio che entrava in casa, questa pandemia è terribile”. Sconsolato e “aggrappato” con le unghie e con i denti ai mercatini di paese, invece, Eros Angioni, 44enne di Quartu Sant’Elena: “Giro per i mercati e le fiere della Sardegna vendendo salumi e formaggi, le ultime vendite le ho fatte a febbraio alla Sartiglia di Oristano. Le sagre mi aiutano, la gente adesso ha paura e si fanno pochi affari nei mercatini di paese. Gran parte della stagione è andata persa, mia moglie non lavora e ho due figli giovani. I due bonus di 600 euro di Conte li ho utilizzati per pagarmi Inps e tasse, ma se il Governo non ci dà una mano, presto, saremo rovinati e costretti a chiudere”.