RSU e RLSA di RWM: “Forti preoccupazioni sul futuro dello stabilimento di Domusnovas”

“Esprimiamo forte preoccupazione per il futuro della fabbrica a seguito della decisione attuata dal Governo Nazionale. Decisione che rispettiamo, ma che causerà la perdita di ulteriori posti di lavoro. Nuovi disoccupati che andranno ad aggiungersi ai 300 lavoratori già lasciati a casa un anno e mezzo fa” si legge in una nota diffusa da RSU/RLSA RWM Italia Stabilimento di Domusnovas.


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“Esprimiamo forte preoccupazione per il futuro della fabbrica a seguito della decisione attuata dal Governo Nazionale. Decisione che rispettiamo, ma che causerà la perdita di ulteriori posti di lavoro. Nuovi disoccupati che andranno ad aggiungersi ai 300 lavoratori già lasciati a casa un anno e mezzo fa” si legge in una nota diffusa da RSU/RLSA RWM Italia Stabilimento di Domusnovas.

“Già da luglio 2019 abbiamo anticipato quello che sarebbe stato lo scenario futuro, lanciando un appello alle forze Regionali e Nazionali al fine di evitare ulteriori perdite di posti di lavoro, ma, nonostante le annunciazioni, le promesse e le rassicurazioni del periodo queste, ad oggi, non hanno sortito nessun effetto. Il silenzio assordante del Ministero dello Sviluppo Economico, nella persona della Sottosegretaria Alessandra Todde, che non ha mai neppure risposto ad una nostra richiesta di incontro, neanche dopo che il Ministero della Difesa ha dato disponibilità in tal senso, è inaccettabile.

Una situazione paradossale, inverosimile e vergognosa, “il Governo ci toglie definitivamente il lavoro”. Ci lascia a casa, additandoci come gli unici responsabili dei conflitti internazionali, mortificando il nostro Lavoro, che da anni svolgiamo con grande serietà e professionalità, senza assumersi le proprie responsabilità, senza che si sia adoperato affinché trovasse le dovute soluzioni a tutela dei posti di lavoro di un’azienda che oggi “rappresenta un assetto strategico di rilevanza Nazionale e Europeo”. Così come altre Società dello stesso settore, ma partecipate dal MEF, su cui nessuno mette in discussione il loro operato, ma che hanno avuto una palese diversità di trattamento. Ci sarebbe piaciuta la stessa indignazione anche quando, lo stesso Governo, senza clamori ha dato il via libera, alla vendita di due navi militari all’Egitto.

Siamo preoccupati per quello che nel futuro prossimo saranno le decisioni della proprietà che, a causa di un’assenza di programmazione da parte del Governo Nazionale sull’industria bellica, possa decidere di non attuare più nessun tipo di investimento fino ad arrivare ad un totale disimpegno nel nostro territorio, già martoriato e penalizzato da scellerate precedenti decisioni politiche.

Al Governo Nazionale, in quanto soggetto che ha determinato questa situazione, chiediamo di assumersi le proprie responsabilità mettendo in campo tutti i soggetti e tutte le iniziative possibili a tutela dei posti di lavoro, prendendo una volta per tutte una chiara posizione su cosa intende fare dell’industria bellica in generale e in particolare del nostro stabilimento.

La dignità del lavoro non è solo un fatto economico ma anche una questione etica e sociale”.