A Radio Zampetta la storia di Tina, la pecora ribelle paralizzata e morta dopo le bastonate dal pastore

E’ disobbediente, ostinata: pessimo esempio per le altre sue compagne del gregge. Così il pastore la picchia col bastone tanto da paralizzarle gli arti e la abbandona. Un passante la sfama per 10 giorni e poi la porta alla “Fattoria dell’amore” di Macchiareddu. Dove muore dopo 2 settimane circondata d’affetto


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A Radio Zampetta la triste storia di Tina, una pecora ribelle di cattivo esempio per il gregge, così il pastore la bastona fino a renderla paraplegica.

Questa storia sa di dolore, di mancanza di rispetto alla vita e vuole sensibilizzare a considerare gli animali da reddito, in questo caso una povera pecora, a non usare mai la violenza.

La storia della povera Tina ci viene raccontata da Monica Pili che grazie all’ amore per gli animali ha acquistato un fazzoletto di terra e dato vita alla “Fattoria dell’ amore”, di Macchiareddu.

La sua fattoria accoglie soprattutto i poveri agnellini, pecore e capre destinati alla morte:

” Lei era Tina, no, Lei è Tina! Perché una volta che ti chiamano per nome, una volta che sei qualcuno, Tina, lo sei per sempre e oltre la vita. Tina è una giovane pecora, appena due anni, caratterino che non si piega all’aguzzino, è disobbediente, ostinata, pessimo esempio per le altre sue compagne! Allora che si fa? Pensa il suo pastore, il tuo protettore, il suo padrone, le si da una lezione in piazza, davanti alle altre, così che sia chiaro che si deve ubbidire. E così Tina viene picchiata selvaggiamente, con un bastone dato forte in mezzo alla schiena, tanto da renderla paraplegica. Viene lasciata in un campo, giorno e giorni, a morire di stenti e di dolore. Sopravvive grazie ad un uomo che passa da là ogni giorno, conosce il pastore e sa che deve darle cibo e acqua di nascosto. Così fa per dieci giorni. Fino a che non riesce a convincerlo a dargliela, a cederla. E Tina arriva alla fattoria dell’Amore, da me, dove conosce per la prima volta la gentilezza, una carezza, dove le viene costruito un carrellino affinché si autonoma il più possibile. Ma Tina autonoma non è, va lavata, stimolata per i bisogni, girata ogni due ore, giorno e notte. Nel giro di due settimane le si forma una piaga impossibile da sanare. Tina si spegne in un mese. Tina è morta tra le mie braccia, felice, rilassata, Tina è morta con il sorriso.”

 

 

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