Coperta dalla prima dose del vaccino, scoperta per quanto riguarda il green pass. Barbara Puddu, lavoratrice 46enne di Quartu Sant’Elena, a nove mesi dalla vittoria contro il virus è ancora un fantasma per il mondo della sanità. Niente certificazione verde nonostante le spetti di diritto, e dal 3 agosto scorso l’incubo è diventato gigantesco. In quella data, infatti, la donna scopre di non avere il green pass: “Sono entrata in un ristorante, hanno controllato la mia certificazione ed è risultata non valida”. Da quel momento Barbara Puddu inizia a macinare chilometri e chilometri tra Quartu e Cagliari: “Dall’hub vaccinale mi hanno spedito all’Ats, lì mi è stato detto che non era di loro competenza e mi hanno invitata ad andare dall’Igiene pubblica”. Anche lì, però, un buco nell’acqua: “Non potevano far nulla, mi hanno rimandata in via Beethoven e i dottori hanno inoltrato una nuova richiesta. Ma, dopo una settimana, non era cambiato nulla”. La quarantanseienne si dispera: “Dovevo partire per le vacanze in Trentino, sono stata costretta a farmi due tamponi a pagamento, assurdo”.
Tre settimane fa, ennesima visita ed ennesima “promessa” da parte dei dottori dell’hub di via Beethoven che tutto sarebbe stato risolto in breve tempo: “All’uscita c’era il sindaco Graziano Milia che, insieme ad altre persone, stava partecipando al banchetto della raccolta firme per l’obbligo vaccinale. Gli ho raccontato la mia disavventura, si è subito interessato e mi ha fatto parlare con un altro medico dell’hub. Nuova segnalazione del caso, ancora zero risultati. Riesco a malapena a lavorare, datemi la mia libertà”, urla la donna, “è assurdo che non possa entrare in un locale o partecipare a un concerto”.