Quartu, l’incredibile crollo nella sede del 118: “Operatori in pericolo, lo specchio del caos all’Areus in Sardegna”

Il cedimento del soffitto è avvenuto lo scorso 25 aprile, ma solo oggi è stata fatta filtrare la notizia. Paolo Cugliara (Fials): “E meno male che nessun operatore sanitario o volontario era presente nella sede di Quartu del 118 quando è avvenuto il crollo, l’Areus andrebbe commissariata”


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Quartu, l’incredibile crollo nella sede del 118: “Operatori in pericolo, lo specchio del caos all’Areus in Sardegna”. Il cedimento del soffitto è avvenuto lo scorso 25 aprile, ma solo oggi è stata fatta filtrare la notizia. Paolo Cugliara (Fials): “E meno male che nessun operatore sanitario o volontario era presente nella sede di Quartu del 118 quando è avvenuto il crollo- commenta il sindacalista- mi chiedo come sia possibile che i sanitari lavorino in situazioni così a rischio. Ma quello che è avvenuto tuo è la spia che qualcosa davvero non vanell’Areus in sardegna, che a mio avviso andrebbe commissariata al più presto”. Sul posto, nei giorni scorsi, sono intervenuti anche i vigili del fuoco, fortunatamente nonostante i diversi cedimenti nessuno è rimasto ferito.

In una nota sindacale ufficiale poi Paolo Cugliara della Fials traccia un quadro preoccupante, alla luce del crollo avvenuto a Quartu: “Il 118 fatto di eroi dimenticati da tempo. La situazione avvenuta alla Postazione MSA 118 di Quartu, la MIKE 53, è la conseguenza naturale di uno stato del Sistema 118 che da tempo scricchiolava- scrive Cugliara- e mostrava i segni del tempo e dell’indifferenza dei vertici, Centrali Operative in primis. La dirigenza della Centrale Operativa 118 da tempo conosce lo stato degli edifici che ospitano le postazioni medicalizzate, edifici spesso fatiscenti o in condizioni precarie, edifici in cui talvolta vi piove dentro, come le postazioni di Senorbì o Muravera o hanno davanti fogne aperte, come la stessa postazione di Muravera. Se non sono gli edifici sono le divise, vecchie di oltre 10 anni, per non parlare dei mezzi o delle attrezzature. L’epidemia di COVID ha messo in luce una crepa che data da molto tempo, lo scollamento tra Centrale Operativa e territorio, reso ancora più evidente dalla nascita dell’AREUS che ha certificato e ufficializzato queste enormi discrepanze in un servizio che si vanta di chiamarsi SISTEMA. Centrali Operative ed Elisoccorso con il loro personale dipendono quasi esclusivamente dall’AREUS mentre il personale delle Medicalizzate, medici, infermieri ed autisti, dipendono dall’ATS, quello che avveniva precedentemente nel silenzio delle ASL ora avviene con il beneplacido della burocrazia di due aziende che si rimpallano le responsabilità. Il Sistema , se così si può definire , si basa unicamente sulla buona volontà degli operatori, spesso oberati da turni difficili da sostenere, isolati da chi dovrebbe coordinarli e fornirgli tutti i presidi per operare in sicurezza, presidi che spesso sono differenti da postazione a postazione così come le procedure e i collegamenti tra territorio e Centrale o tra territori, Centrale ed Ospedali. Il Sistema 118 che ha gestito l’urto del Covid e continua a gestire il primo impatto del virus oltre alle altre patologie e chiamate da utenti ed ospedali, nei territori come Muravera gestisce anche i trasporti intraospedalieri in codice rosso o giallo, continua con scarsità di personale, mezzi, divise, attrezzature ed ora come emerso dal crollo del soffitto a Quartu anche di sedi. Sembra che quando la malattia è multiorgano sia da rivedere la gestione centrale e non da mettere pezze locali di buona volontà. Insomma non è in soffitto che cade ma un vertice che scricchiola”.


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