Quartu, i terreni confiscati ai criminali coltivati da chi ha il reddito di cittadinanza

Case in mano alla criminalità organizzata demolite. Il Comune pronto a trasformare i terreni in orti urbani per far lavorare chi prende il sussidio


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Le abitazioni in mano a criminali o ai loro complici sono già un ricordo, dopo l’intervento delle Forze dell’ordine al posto della macerie sono rimasti solo terreni incolti. A Quartu il Comune punta su quelli di Sa Funtanedda e di via Platamona e, con tanto di delibera, ha richiesto ufficialmente di entrare in possesso delle aree all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L’idea è di trasformarli in orti urbani gestiti e coltivati da chi percepisce il reddito di cittadinanza. Come spiegano dagli uffici comunali, infatti, “si occuperanno di progetti di pubblica utilità, recentemente approvati dall’assessorato delle Politiche sociali e per i quali sarà predisposto un apposito bando finalizzato all’individuazione di gestori, tra associazioni o enti partner dell’amministrazione”. Piante, fiori e ortaggi proprio dove, in passato, sono stati compiuti atti illegali, prodotti da chi prende il sussidio. La domanda è stata inoltrata oggi, nel corso di un incontro a distanza con la sede principale dell’agenzia, a Roma. La risposta, salvo imprevisti positiva, arriverà entro l’anno: la richiesta di Quartu sarà infatti discussa nel prossimo consiglio del direttivo. Non solo giardinaggio a costo zero, in ballo ci sono anche altre aree che, momentaneamente, non sono state richieste.
In via Ibiza c’è una casa, costruita senza nessun titolo edilizio, che dovrà essere demolita dallo Stato. In via dei Gigli 20, invece, dovranno essere svolti nuovi sopralluoghi con le associazioni di volontariato e bisognerà attendere la fine di alcune procedure urbanistiche ed edilizie. La strada, però, è tracciata: nel 2023 il Comune avrà a disposizione i primi terreni, confiscati dallo Stato, e li trasformerà in orti urbani.