Quartu, a gennaio via agli screening sierologici per il Covid: test disponibili su prenotazione

Via agli screening sierologici, base nell’asilo di via De Cristoforis con l’aiuto di Ad Adiuvandum ed Esercito. Il sindaco Milia: “Così avremo un quadro preciso sulla diffusione del virus”


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Quartu Sant’Elena, da gennaio al via gli screening sierologici: si svolgeranno negli spazi dell’asilo di via De Cristoforis con l’ausilio del personale militare dell’Esercito dei volontari medici, infermieri , civili e delle associazioni. Quartu entra a far parte ufficialmente del Progetto Ad Adiuvandum, per la tutela sanitaria delle persone fragili e per la protezione delle categorie che svolgono servizi essenziali e di pubblico interesse nell’ambito dell’emergenza da Covid-19.
È stata presentata oggi in aula consiliare l’iniziativa che verrà messa in campo a partire dai primi di gennaio in città, all’interno degli spazi individuati nell’asilo di via De Cristoforis con l’ausilio del personale militare dell’Esercito e con i volontari medici, infermieri , civili che insieme alle associazioni garantiranno l’esecuzione degli screening sierologici alla popolazione quartese. Il servizio sarà disponibile su prenotazione.
“Abbiamo già sottoposto a sceeening alcune fasce di popolazione a rischio, dai primi di gennaio contiamo di avviare lo screening sierologico di massa sui cittadini quartesi”, ha spiegato il sindaco Graziano Milia, presente alla conferenza stampa insieme al titolare del Comando Militare dell’Esercito Sardegna Generale Francesco Olla e alla promotrice della Rete Ad Adiuvandum Maria Antonietta Mongiu.
“Abbiamo deciso di aderire a questo Progetto con convinzione”, ha proseguito il sindaco. “Stiamo parlando della terza città della Sardegna, particolarmente esposta come tutte le aree fortemente urbanizzate al rischio contagio. Incrementare gli screening sierologici significa avere un quadro preciso della diffusione del Covid e significa lavorare per una soluzione futura anche dal punto di vista terapeutico perché avere a disposizione i dati di chi è entrato a contatto col virus può tornare utile per l’utilizzo del plasma che è una delle cure che dà le migliori risposte. Vi è poi un valore intrinseco anche per il futuro: fra non molto inizierà la campagna di vaccinazione ed il modello collaborativo instaurato fra l’Esercito, i volontari e le amministrazioni locali potrà tornare molto utile anche in quella sede”.