di Francesco Fuggetta
Bye bye Ryanair. La low cost irlandese taglia le tratte in Sardegna, e ora tutti pensano di chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti. La domanda alla quale bisognerebbe dare una risposta è: perché questa decisione, da parte di Ryanair.
La risposta più semplice è: perché l’Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti della Sardegna, vietandole di sovvenzionare la linea aerea. Per aggirare questo divieto è nata l’iniziativa di un gruppo di imprenditori, prevalentemente del nord Sardegna, con l’obiettivo di raggiungere quota un milione di euro e convincere Ryanair a restare.
Ecco, io trovo questa iniziativa umiliante e inutile.
Umiliante perché si cerca di mendicare la presenza sull’Isola di una compagnia aerea che dovrebbe essere la prima a battersi in tutti i modi per garantirla. Inutile perché le sue decisioni non saranno certo influenzate da una colletta che agli occhi di un gigante come Ryanair appare come un’elemosina.
Perché dovrebbe accettare una soluzione tampone, offerta come premio di consolazione per mantenere in vita un investimento evidentemente antieconomico? Banalmente, se i voli da e per la Sardegna fossero sempre pieni, Ryanair resterebbe, con o senza colletta.
Se ha deciso di andarsene, è perché i ricavi non sono soddisfacenti, è soprattutto perché ci sono tante altre mete molto più appetibili. Decine di città con un’ampia offerta di strutture ricettive, con tanti musei interessanti e ben organizzati, con i negozi sempre aperti, con una vivace vita notturna, con dei trasporti interni efficienti. Tutte cose che la Sardegna non ha.
È grave e imbarazzante che i professori alla guida della Regione non abbiano capito un ragionamento così banale: l’unico modo per far decollare il turismo è rendere la Sardegna appetibile, ed è un percorso che non si compie in pochi mesi, e soprattutto non con queste iniziative di corto respiro. La politica, a Cagliari come alla Regione, naviga a vista, senza una visione d’insieme, senza un progetto per il futuro.
E Ryanair fa bene ad andarsene.