Poetto, biciclette “come proiettili”: replica il ciclista coinvolto

Una lunga lettera scritta da chi quella sera rientrava a casa dopo il lavoro, in sella alle due ruote e che si è scontrato con un bimbo sul litorale del Poetto. Ecco la versione dell’uomo che oggi si ritrova con spalla, gomito e ginocchio doloranti e abrasi


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“Ciclisti come proiettili, che mandano i bambini e gli anziani al pronto soccorso per l’uso sconsiderato che fanno della pista ciclabile”. Una lettera dettagliata inviata alla nostra redazione scritta nero su bianco da chi era alla guida della bici e che, (stando al racconto di una ragazza cagliaritana), avrebbe travolto un bimbo piccolo in prossimità delle strisce pedonali mandandolo al pronto soccorso. 

“Vi scrivo per formulare una domanda in riferimento all’articolo pubblicato ieri online e poi condiviso sui social – si legge nella missiva firmata dal diretto interessato e che intende mantenere l’anonimato – vi fornisco gli spunti per far si che i vostri lettori possano avere un dibattito su una notizia più completa: qualcuno ha le prove che il ciclista viaggiava come un proiettile? Magari invece stava semplicemente andando ad un’andatura normale su una pista ciclabile, qualcuno ha verificato che la famiglia del bambino stesse passeggiando sull’area pedonale dedicata a chi passeggia? Magari stava passeggiando in orizzontale invadendo l’area di chi passeggia  e l’area di chi corre, qualcuno si è posto la domanda: ma un bambino di 6 anni può viaggiare incustodito in una pista ciclabile alle 20:45 senza caschetto, senza luci e senza che nessuno verifichi se sta finendo contromano o sulla corsia dei pullman e delle automobili? Perché se anziché finire contro una bicicletta fosse finito contro il pullman o l’ambulanza che usciva dal Marino, avreste scritto che gli autisti guidano come proiettili e usano in modo improprio la corsia a loro dedicata? Siamo sicuri che il bambino conosce il codice della strada e sa usare correttamente la pista ciclabile in autonomia? Qualcuno si è posto il pensiero di come sta il ciclista al quale il bambino di 6 anni senza casco e senza luci non sorvegliato dalla famiglia, ha tagliato la strada senza possibilità di scampo facendolo cadere rovinosamente per terra? Qualcuno ha mai fatto una passeggiata in bicicletta lungo tutta la ciclabile di Cagliari e di Quartu S.E. e può veramente dire che sono più i ciclisti che non rispettano le regole dei pedoni? Sicuri che mamme con passeggini devono camminare sulla corsia di chi fà sport e non sul marciapiede (nella parte di Quartu specialmente); sicuri che le signore con tacco 12 devono chiacchierare e fumare sulla corsia di chi fà sport davanti a La Marinella, davanti a Frontemare e altri locali delle belle serate estive al Poetto? 

IL CICLISTA COINVOLTO. “Dopo questa premessa mi presento, sono il ciclista che correva come un proiettile (secondo voi) e che da lunedì si ritrova con spalla, gomito e ginocchio gonfi e abrasi per la caduta, caviglia gonfia per via della torsione che ha avuto la scarpa sul pedale agganciato con lo sgancio rapido (…ma non abbastanza evidentemente), tutta la fascia dorsale e cervicale contusa e dolorante a causa dell’impatto a terra, una bicicletta da aggiustare perché l’impatto, anche se a bassa velocità ha storto la ruota e rotto la staffa porta cellulare, un cellulare col cristallo rotto a causa dell’urto a terra, 3-4 giornate di lavoro (al quale non posso rinunciare) da passare dolorante e non al 100% come è mio piacere essere da buon professionista, la necessità di recuperare un mezzo alternativo per andare a lavorare, perché il sottoscritto va a lavorare in bicicletta e lunedì sera stava serenamente rientrando a casa dal lavoro, con una bicicletta da cicloturismo, con borse laterali, luci e caschetto illuminato con frecce di indicazione e cavalletto (pensate un po’ che proiettile..!!). Sono un appassionato del vivere bene, sano e con sani principi, educato a rispettare il prossimo e le regole che la società impone; pensare che si voglia far credere che l’incidente di lunedì sia frutto del solo uso sconsiderato di una pista ciclabile per colpa dei ciclisti e non delle “persone” in generale che non sanno essere attenti alle regole, mi ferisce e mi offende. Se veramente fossi andato ad una velocità sconsiderata, non sarei caduto sopra bicicletta del bambino ed il bambino non si sarebbe solo fatto un taglietto di 1 cm sull’orecchio. Ho visto da lontano il bambino che percorreva la corsia a passo d’uomo (senza nessuno che badasse a lui) e senza allarmismi ho verificato che nella corsia opposta non arrivasse nessuno e mi sono spostato per superare la biciclettina senza destar loro alcun problema, se non fosse che a 2 metri da lui, il bambino ha deciso di svoltare a sinistra e/o fare inversione contromano. Lo scontro è stato inevitabile per la vicinanza e l’improvviso cambio di direzione del bambino, non per l’alta velocità al quale andavo. Adesso avete la mia versione, quella più obiettiva secondo i fatti e se volete verificare dalle telecamere presenti (come diceva il papà durante il breve scambio di opinioni in modo civile) sarebbe cosa buona e giusta e forse ‘sti ciclisti che viaggiano come proiettili verrebbero ascoltati e non demonizzati! 

LA VICENDA. Ciclisti che scheggiano come proiettili, incuranti dell’eventuale pericolo dei pedoni e dei bimbi accanto ai percorsi loro dedicati, tracciati sul litorale. Accade al Poetto, dove ieri si è verificato un fatto particolare che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Un bambino di appena sei anni è finito al Pronto Soccorso.

A Raccontare la storia a Cagliari Online è una nostra lettrice cagliaritana, che almeno per ora preferisce mantenere l’anonimato: “Ero al Poetto con mia sorella, mio cognato e mio nipotino – dice – per una semplice passeggiata. Noi adulti eravamo nella zona pedonale e mio nipotino, un bimbo di sei anni con la sua bici nella pista, ma quella che doveva essere una bella passeggiata in prossimità del litorale è diventata una brutta serata, una persona adulta che sfrecciava con la sua bici è andata sopra il bambino, che è dovuto ricorrere alle cure mediche al pronto soccorso, con l’epilogo di un grande spavento e i punti di sutura per un orecchio ferito, sei giorni di prognosi diagnosticati a Is Mirrionis. Ora –  aggiunge la ragazza – non per polemizzare, ma il lungomare è frequentatissimo da persone, bambini e anziani che vanno li a passeggiare tranquillamente, non credo quella sia una pista da gara e non trovo giusto che si debba camminare con il timore che qualche sbadato o incosciente rovini una serena passeggiata estiva”. Intanto l’interrogazione del consigliere comunale di FIStefano Schirru ha messo in luce anche queste criticità e pericolosità lungo i nuovi tracciati del Poetto: inutile ribadire che le piste per le bici non sono quelle da corsa, soprattutto per la presenza di persone, bimbi e anziani.


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