Piscine ancora ko, choc a Pirri: “Fermi da metà ottobre, costretti a chiudere per sempre”

Vasche ancora vietate, i ristori non bastano a pagare l’affitto. In via Risorgimento alza bandiera bianca la società sportiva InAcqua. La presidentessa Cinzia Mocci: “Duecento iscritti e distanziamento sempre garantito, non è bastato: spese troppo alte, chiudiamo”. Sette lavoratori a casa


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Da Monserrato, loro “casa” sin dal 2012, a Pirri, in via Risorgimento, dove è presente da qualche anno. Ancora per poco, però: la società sportiva dilettantistica InAcqua sta per alzare bandiera bianca. Il nuovo stop alle piscine, chiuse sin da metà ottobre, è un ulteriore colpo da ko. La presidentessa, Cinzia Mocci, 43 anni, non trova nessun’altra soluzione se non quella dell’addio: “I ristori sono arrivati solo a novembre e, qualcosa, a dicembre, poi basta. Ho sette collaboratori, stiamo per chiudere, purtroppo. Ho chiesto una riduzione del canone d’affitto per cercare di sopperire alla situazione di questi mesi, mi è stato risposto di no”. E allora, tra pochi incassi e troppe spese, non c’è nemmeno un bivio: “Sono anche fisioterapista, sarei riuscita a sostenere le spese se fossero state inferiori. Abbiamo circa 200 iscritti”, ovviamente tutti fermi da mesi.
Eppure, spese permettendo, la piscina di via Risorgimento, stando a quanto racconta la Mocci, non è propriamente un luogo dove il contagio possa diffondersi così facilmente: “Abbiamo sempre fatto corsi con massimo venti persone, nonostante le sale molto grandi, anche di 150 metri quadri. Per lavorare bene è necessario avere un gruppo di iscritti ridotto, in modo da poterlo seguire bene. Il distanziamento c’è sempre stato”. A differenza degli aiuti dello Stato, a quanto pare insufficienti, e dell’affitto troppo alto.


In questo articolo: