Pigliaru va in treno a Sassari per cambiare il sistema dei trasporti

Il candidato presidente del centrosinistra alla stazione spiega la “sua” continuità territoriale con tariffe differenziate, boccia la flotta sarda, preme per i treni veloci e si prepara al pressing sull’Anas per la 131. “Dobbiamo essere in grado di fare venire i turisti in Sardegna senz’auto”. 

Con trolley al seguito e colazione al sacco (panini, salsiccia sarda e bottigliette d’acqua) Francesco Pigliaru, candidato governatore del centrosinistra alle elezioni regionali del 16 febbraio, e’ partito dal binario 6 della stazione centrale di Cagliari destinazione Sassari. Poco piu’ di 200 chilometri da percorrere, udite bene, in tre ore e quaranta minuti, sempre che non ci siano intoppi: roba da terzo mondo. Pigliaru a Sassari passera’ prima da piazza Tola poi al Teatro Verdi per aprire la campagna elettorale anche nella sua città di nascita. E lì, a bordo binario, convoca i giornalisti per spiegare il valore simbolico del suo viaggio in treno, per segnare l’inizio della svolta perchè, sottolinea, senza trasporti che funzionino non può esserci sviluppo. E dunque, i treni veloci: acquistati, annunciati per collegare Cagliari a Olbia e Sassari che fine hanno fatto? “Non vorrei che stiano arrugginendo da qualche parte”, dice il professore, ricordando del treno Olbia-Cagliari citate dall’Economist anni e anni fa: “è rimasto tutto uguale, siamo ancora in quelle condizioni”. Pigliaru annuncia che nel programma (55 pagine online da qualche ora) il capitolo trasporti ha un peso consistente. C’è la continuità territoriale che va “calibrata meglio perchè è giusto garantire tariffe agevolate anche a chi viene in Sardegna oltre che ai residenti ma bisogna differenziare fra chi viene qui per turismo e chi per affari”. Ci sono i trasporti marittimi: “La flotta sarda è stata un flop, chi amministra deve dettare regole per evitare situazioni di monopolio, non gestire navi”, sostiene. E poi i treni lumaca (“È inaccettabile, dobbiamo far venire i turisti in aereo e dar loro la possibilità di muoversi agevolmente con i treni veloci”) e i trasporti urbani con la metropolitana leggera e il restyling troppo a lungo rimandato del parco autobus pubblico. Infine, l’eterno cantiere-scandalo: la Statale 131. Non ci sono alternative, per rimetterla in sesto bisogna andare a muso duro: “Dobbiamo metterci a tavolino con l’Anas ed essere presenti, attivi e competenti per dare la svolta che serve”. 
 
 


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