Omicidio di Giulia Tramontano, il compagno Impagnatiello la avvelenava da mesi

Depositata l’autopsia alla procura di Milano effettuata  sul corpo di Giulia, i dettagli che ne emergono rendono questo duplice omicidio ancora più agghiacciante


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La storia di Giulia Tramontano, l’agente immobiliare di 29 anni incinta al settimo mese  uccisa a coltellate nella sua casa di Senago lo scorso maggio dal  compagno, Alessandro Impagnatiello, ha comprensibilmente sconvolto chiunque per la crudeltà con cui è stato commesso l’omicidio e per le due vite spezzate per sempre. 

Depositata l’autopsia alla procura di Milano effettuata  sul corpo di Giulia, i dettagli che ne emergono rendono questo duplice omicidio ancora più agghiacciante.

Dai referti risultano  tracce considerevoli  di Bromadiolone, uno dei principi attivi più diffusi contro ratti e topi, presente sia nel corpo della giovane che nel feto del piccolo Thiago.

Questo fa sospettare che il progressivo avvelenamento della povera Giulia andasse avanti probabilmente da mesi o settimane, e sarebbe in linea con le ricerche online effettuate da Impagnatiello su “come uccidere un feto” e altre ricerche simili che gli inquirenti hanno scovato sui suoi dispositivi. 

Questi importanti dettagli vanno sicuramente ad incidere sulla posizione del barman, e potrebbe essere finalmente valida l’ipotesi della premeditazione precedentemente rigettata. 


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