Nicola, portuale sardo a Savona: “Voglio vedere i miei figli ma non posso per la quarantena”

Il caso di Nicola Usai, 41enne di Dolianova, “fuggito” in Liguria dopo la crisi al Porto Canale di Cagliari: “I miei due tesori vivono in un’altra città sarda, tornerei per niente perchè non posso prendermi molti giorni di ferie: sono tanto triste”


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Ha attraversato il mare con la sua valigia e il cuore “svuotato” dalla tristezza per aver visto il suo posto, sicuro, al Porto Canale di Cagliari, finire in fumo per colpa della crisi. Nicola Usai, 41enne di Dolianova, è partito alla volta della Liguria lo scorso ventinove gennaio. Gruista in una nuova società al porto di Savona, stipendio sicuro e una nuova “sfida” alla vita. E la possibilità, “una volta al mese, grazie alla disponibilità del mio titolare”, di poter tornare nella sua Sardegna e vedere i suoi figli: “Loro, però, vivono in un’altra città”. E quello che non era un problema, lo è diventato da quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus: “Potrei tornare anche domani, dovrei sottopormi a dei controlli e fare sicuramente la quarantena a casa. Ma a cosa serve starmene solo nelle mie quattro mura? Se scendo voglio avere la sicurezza di poter vedere i miei due tesori”, spiega. “In questi mesi mi sono dovuto accontentare di vederli attraverso lo schermo di uno smartphone”.

“Oggi ho sentito la Protezione Civile per chiedere se c’è una possibilità per sbloccare la mia situazione, mi è stato risposto che l’ordinanza regionale non lo consente e che, inoltre, il mio non è l’unico caso”. Magrissima consolazione per un papà che vorrebbe tanto poter vedere, dal vivo, i suoi figli dopo tre mesi e mezzo di lontananza: “Lancio un appello al presidente della Regione, Christian Solinas: faccia qualcosa per trovare una soluzione per il mio caso e per tutti quelli che si trovano nella mia stessa condizione”.




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