Mulinu Becciu come la terra dei fuochi a Napoli. No, non è una esagerazione almeno per i residenti. Continui fuochi e colonne di fumo nero si alzano nella zona dell’ex campo Rom nella 554. Bruciano pneumatici, vecchi elettrodomestici, e tutto il materiale dal quale si possa ricavare il rame, per poi rivenderlo. E plastica, tanta. Il problema non è nuovo. Sono anni che i residenti hanno a che fare con odori irrespirabili e tossici per l’uomo, sono esasperati. Il comitato No diossina, combatte in prima linea da sempre per risolvere il problema . Nel 2012 il campo Rom era stato fatto sgomberare, la Caritas aveva trovato idonee strutture abitative per le famiglie residenti. Ma da tempo la situazione è nuovamente punto a capo, perché i fuochi continuano ad essere accesi, soprattutto la sera.
“Imprenditori senza scrupoli continuano a liberarsi dei rifiuti prodotti dalle loro aziende anziché conferirli negli appositi centri di smaltimento”, denuncia Antonio Guerrieri del comitato No Diossina -“La sensazione è che le istituzioni non sappiano cosa fare nei confronti di chi, sicuro dell’impunità agisce le totale disprezzo di ogni regola di convivenza”.
Ma non sono solo gli abitanti di Mulinu Becciu a essere costretti a respirare questi fumi di diossina, anche i vicini del quartiere Su Planu. E quando si alza il maestrale, l’aria ammorba tutti. Hanno quindi fatto partire una raccolta frine allegando una lettera indirizzata al prefetto, al sindaco Zedda, al sindaco di Selargius, ai carabinieri e alla forestale. Chiedono a gran voce che tutto questo finisca.
Dicono ancora una volta NO a questo abuso. “Tra poco tornerà l’’estate -commenta Guerrieri – e questi fumi con il carico di veleno entreranno nuovamente non solo nelle nostre case, ma nei polmoni dei nostri figli se si azzarderanno a uscire fuori a giocare per strada.”