Medau Su Cramu, sgombero complicato: residenti si incatenano

A impedire le operazioni di sgombero della casa di via del Sale il presidio di un centinaio di persone e due residenti che si sono incatenati alla ringhiera del balcone della loro casa


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Una barriera umana di oltre cento persone per impedire lo sgombero della casa di via del Sale, a Molentargius, ritenuta abusiva dal Tar. Uno stabile dove da trent’anni ci vivono le famiglie dei fratelli Porcu. Oggi è previsto lo “sfratto” a cui seguirà la demolizione, ma i residenti, tra cui Rino e Giancarlo Porcu che si sono incatenati alla ringhiera di casa in segno di protesta, chiedono un rinvio di qualche giorno. Almeno fino a quando non si pronuncerà il Consiglio di Stato a cui hanno presentato ricorso. “Chiediamo solo venti giorni di tempo – spiega la famiglia Porcu – Non abbiamo un’altra sistemazione perché tutti i nostri sacrifici sono stati concentrati in questa casa. In questi anni abbiamo vissuto con la tranquillità che avrebbero accettato la richiesta di sanatoria. Invece, paradossalmente, ora il Comune, senza averci mai dato una risposta, decide in tutta fretta che dobbiamo sgomberare la casa”.

La storia. Tutto comincia nel 1983, quando il padre dei fratelli Porcu costruì la casa in via del Sale. Due anni dopo le famiglie presentano la richiesta di sanatoria al Comune, a cui non segue nessuna risposta. Una silenzio assenso per i residenti, ma non per il Tar che di recente rigettato i ricorsi presentati dai fratelli Lazzarino e Giancarlo Porcu autorizzando il Comune allo sgombero e alla demolizione dell’edificio. Una decisione a cui la famiglia Porcu si è opposto presentando ricorso al Consiglio di Stato, che si dovrà esprimere il prossimo 14 luglio. Nell’attesa della sentenza il Comune anticipa i tempi e oggi decide di procedere allo sgombero. Ma i residenti non ci stanno: questa mattina in via Del Sale si sono presentati in tanti, oltre un centinaio, per provare a impedire lo sgombero delle due famiglie. Presenti la polizia e i carabinieri, con cui non sono mancati momenti di tensione, oltre agli ufficiali del Comune arrivati di primo mattino. Sulla casa di via del Sale due striscioni: “30 anni per risponderci, 20 giorni per sgomberarci”, “sanatoria e 30 anni di tasse pagate”.