Matteo di Serdiana, lotta al tumore col sorriso: “Ho creato Cancerman per raccogliere fondi”

Trentasette anni, la vita di Matteo Pitzalis viene sconvolta un anno fa: tumore al fegato. Più di una volta è dovuto andare al Policlinico di Padova per farsi curare: “Mia moglie non lavora, mi servono più di 5mila euro per poter raggiungere l’ospedale. Ho creato il personaggio Cancerman per raccogliere i fondi senza perdere mai il sorriso, voglio che i miei figli continuino a poter contare su di me. Chi può aiutarmi?”. CONDIVIDIAMO TUTTI per aiutare!!


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La scoperta? “Qualche avvisaglia c’era già da prima, ma è a ottobre 2018 che i medici mi hanno diagnosticato un colangiocarcinoma parietale”. Tradotto: cancro al fegato. Sino a quel momento Matteo Pitzalis, 37enne di Serdiana, conduceva una vita tranquilla insieme alla moglie Giorgia e ai suoi due figli. “Lavoravo in una raffineria”, racconta Pitzalis, contattato da Casteddu Online. Poi, la scoperta della “bestia” e la vita che, inevitabilmente, cambia. “Ho tre stent nel fegato con un tubicino collegato ad una sacca”. Dopo le prime visite al Policlinico di Monserrato, la necessità di dover partire in Veneto per proseguire le cure: “I medici mi hanno detto che non possono trapiantarmi un fegato nuovo perchè, quando mi sono fatto togliere alcuni linfonodi c’è stato il rischio che alcune particelle tumorali si siano spostate da altre parti”. E allora, la soluzione è stata una: “Sto facendo cicli di chemio molto duri, poi dovrò sottopormi a una resezione epatica, sempre se tutto andrà bene”. Cioè, i dottori dovranno tagliare il settanta per cento del fegato di Matteo Pitzalis. Attualmente, l’unica entrata è “un assegno ordinario di inabilità di 260 euro”. La moglie non lavora, i figli sono ancora piccoli.
“Le spese per i viaggi, tra aereo e alberghi, a Padova, sono ingenti. Nell’ultimo mese ho speso oltre duemila euro. Ho lanciato una raccolta fondi ‘speciale’, creando il personaggio di Cancerman. È un modo per affrontare questo calvario col sorriso”, spiega Pitzalis, “voglio guarire. Voglio che mia moglie e i miei figli possano continuare a contare su di me anche in futuro. A dicembre dovrei ottenere la pensione di inabilità di circa ottocento euro. Con quei soldi sarò più tranquillo”. Ma l’emergenza è adesso, ci sono biglietti aerei da prenotare, “spesso anche all’ultimo, se ricevo la telefonata dal Policlinico di Padova tre giorni prima di una visita non ho molta scelta”. Chiunque possa donare qualcosa a Matteo Pitzalis può cliccare qui .


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