Di Paolo Rapeanu
Un’intera esistenza vissuta in uno dei palazzi di quel Corso Vittorio rinnovato dal Comune. Addio a automobili e pullman, tutti a piedi. Una novità che suona quasi come una bestemmia per Maria Bonaria Zedda, ottantuno primavere. “Critico il sindaco, si fa consigliare dagli assessori che ne sanno meno di lui. Prende i consigli come oro colato e non vede il rovescio della medaglia. La strada è ridotta alla miseria, soprattutto per i commercianti, senza automobili è un deserto, non c’è movimento”.
Ma la critica più feroce, signora Maria Bonaria, la riserva ancora al sindaco, con il quale ha in comune solo il cognome, non certo le idee: “Zedda non tocchi il San Giovanni di Dio, non è suo o della Regione, è dei cagliaritani. Se uno ha un infarto, da qui ad arrivare a Monserrato muore in ambulanza. Devono restare almeno i reparti della cardiologia e delle urgenze. L’ospedale non è nemmeno della Regione. L’hanno costruito, per noi cagliaritani, tutti quei nobili che oggi sono raffigurati nei busti all’ingresso dell’ospedale”.