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Marco Benucci, 28 anni, è fra i giovanissimi consiglieri tra le file del Pd della nuova amministrazione Zedda. Laureando in Scienze Motorie, nella vita allena una squadra di pallacanestro. Con 624 voti è entrato a far parte di quella che sarà la squadra che disegnerà il futuro della Città. Almeno per altri cinque anni. Cresciuto a pane e politica, fin dall’età di 14 anni ha iniziato a impegnarsi verso questa strada. E’ stato rappresentante d’istituto al Liceo Pacinotti, poi Presidente della Consulta Provinciale degli Studenti. Ha proseguito nella via ormai indirizzata come vice presidente della circoscrizione comunale n.3, e attualmente, è Segretario del circolo Dem di Mulinu Becciu. La carica di consigliere è la sua prima vera esperienza importante in politica.
Si aspettava di essere eletto?
Lo speravo. Diciamo un po’ sì, me lo aspettavo, ho sempre fatto politica con impegno e passione e quando mi hanno chiesto di candidarmi ho accettato con favore ed entusiasmo. Ed eccomi qui, grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuto.
Cosa pensa di questa grande esperienza che la attende?
Sicuramente un’esperienza importante di crescita personale. Sono felice di far parte di questa squadra: siamo un bell’innesto, cinque consiglieri uscenti e cinque nuovi, siamo giovani, quattro su sei sono donne, siamo ben assortiti e rappresentiamo un po’ tutti. Il Pd sta cercando di creare coesione e collaborazione. E si è visto. Il cambiamento in positivo di questa città è sotto gli occhi di tutti. Certo c’è ancora tanto altro da fare: dall’edilizia popolare, alle politiche sociali, favorire la crescita di posti di lavoro, dobbiamo creare le possibilità affinché i miei coetanei non emigrino, oppure, una volta fatta esperienza lontano dall’Isola, tornino e mettano in pratica quanto hanno imparato.
Di cosa vorrebbe occuparsi?
Mi piacerebbe sicuramente occuparmi dello sport, ma anche delle politiche sociali e dell’istruzione, Mio padre è segretario dello Spi Cgil, sono cresciuto a pane e sindacato. Mi ha trasmesso una serie di valori, che sono pronto a portare avanti in questa esperienza politica
Che messaggio darebbe ai suoi coetanei che spesso vedono la politica così lontana, o peggio, non ci credono più.
Dico di non perdere la fiducia, io ci ho sempre creduto. Credo che non andando a votare facciamo scegliere agli altri il nostro futuro, mentre in quella cabina elettorale siamo noi a decidere, e veramente si può fare la rivoluzione. La nostra generazione può cambiare l’Italia. Una nuova classe dirigente può cambiare le cose.