L’Università lancia nuovi concorsi: 136 posti tra professori e tecnici

Il rettore inaugura il nuovo anno accademico: calano le immatricolazioni, ma ci sono i soldi per produrre nuovi posti di lavoro. Ecco in anteprima i nuovi concorsi previsti  


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Inaugurato oggi il 393° anno accademico dell’Università di Cagliari, è tempo di bilanci e future previsioni. “Nonostante i tagli del Ministero dell’Istruzione, che hanno portato il fondo di finanziamento degli atenei sardi da 216,9 a 184,2 milioni, il bilancio preventivo del 2014 resta confermato: nessun aumento delle tasse, conferma delle esenzioni per gli studenti figli della crisi e per quelli meritevoli” dice il rettore Giovanni Melis. Migliora inoltre il tasso di regolarità, riducendo sensibilmente il numero dei fuori corso. 75 milioni stanziati per il piano triennale di investimento per potenziare strutture didattiche, manutenzione e sicurezza, e l’incremento dell’organico con concorsi per 120 posti da professore associato e 16 posti per tecnici-amministrativi. Scienze biomediche, Ingegneria civile, Pedagogia e Giurisprudenza, ma non solo, sono stati riconosciuti a livello nazionale, per il periodo 2004-2010, dei veri e propri gruppi di eccellenza dell’Ateneo cagliaritano.

Soddisfatto per l’apporto dato dalla giunta regionale, in merito principalmente alla collaborazione con l’assessorato al lavoro per quanto riguarda i dottorati di ricerca in collaborazione con le imprese sarde al fine di incentivare la futura assunzione degli studenti, il rettore auspica che si prosegua su questa strada anche col nuovo governo regionale che seguirà le elezioni di febbraio. Non mancano i punti di demerito però, riconducibili principalmente all’Azienda ospedaliera-universitaria, che generano inefficienze organizzative, come nel caso dei fondi non spesi (20 milioni di euro) per favorire il trasferimento delle cliniche del San Giovanni di Dio al presidio di Monserrato. La flessione in merito al numero delle immatricolazioni segue il trend nazionale, prosegue Melis, con una percentuale del 6,5%, ma ciò che preoccupa maggiormente è il fatto che, sul totale dei diplomati, ogni anno solo il 60% di essi prosegue il proprio percorso di studi iscrivendosi all’università, mentre il 40% va spesso ad incrementare la percentuale di disoccupati della nostra regione.


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