Lotta al traffico illegale di polpa di ricci nel Cagliaritano: multe per 70 mila euro

Solo nel mese di febbraio quattordici sanzioni per un totale di oltre 70 mila euro nei confronti di pescatori abusivi. Sequestrati 10 chili di polpa di riccio invasettata illegalmente. Obiettivo dell’operazione della Forestale proteggere questi esemplari, che rischiano di scomparire a causa della pesca selvaggia


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L’importante attività di controllo  sul prelievo e commercializzazione di ricci di mare e polpa di ricci è stata programmata ad ampio raggio a Cagliari e nell’hinterland dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale – Servizio Ispettorato di Cagliari. L’attività  è stata effettuata  nel mese di febbraio dal personale dal Nucleo investigativo NIPAF  con il supporto della Base navale di  Villasimius e della Stazione Forestale di Cagliari . L’operazione è consistita nella ricerca,  individuazione e identificazione di venditori e pescatori  abusivi o quali, sfruttando  il canale di commercializzazione e distribuzione  reso possibile da  siti di vendita  specializzati e social  network, hanno messo in vendita  importanti quantitativi di polpa di riccio  lavorata illegalmente.

Per confezionare 1 Kg di polpa di riccio sono necessari da 3.000 a 5.000 esemplari di ricci, generalmente pescati sotto la misura minima consentita, con grave pregiudizio alla biodiversità. Ogni chilogrammo di polpa di riccio era posto in vendita alla cifra variabile tra €180 ed € 210.

 La filiera della pesca, commercializzazione e somministrazione dei ricci di mare è risultata caratterizzata da un’alta propensione all’illecito: sono  state contestate in totale 14 sanzioni amministrative  per un totale complessivo di  € 70.400. Questi gli ulteriori numeri:  7 le sanzioni  da  6000 euro  per vendita di polpa di ricci e posti alla vendita e al consumo  senza etichettatura,  2 da  6.000  euro per avere acquistato   polpa di ricci senza etichettatura;  2 da  8.000 per avere violato le necessarie  precauzioni igieniche  e  di sicurezza degli alimenti; in particolare per avere violato la normativa  sulla offerta al pubblico di prodotto alimentare trasformato  e conservato  in assenza  di etichettatura sulla composizione, nonchè informazioni sulla conservazione (si utilizzano bottiglie riciclate). Una sanzione di 400  euro per la violazione dei divieti degli spostamenti necessari al contrasto all’epidemia da coronavirus;  10 Kg di polpa di ricci illegalmente  sottoposta a sequestro; una denuncia  per oltraggio e minacce a pubblico ufficiale  poiché nell’ambito di uno dei controlli un pregiudicato ha minacciato i Forestali impegnati nell’attività istituzionale.

IL TRAFFICO DI “POLPA DI RICCI ” Comunemente si ritiene che la polpa dei ricci di mare sia costituita dalle uova del riccio femmina. In realtà si tratta delle gonadi della specie Paracentrotus lividus, mentre il cosiddetto “riccio maschio” è un altro echinoderma non commestibile. La predazione della risorsa e specialmente dei ricci “sotto misura” impedisce la regolare riproduzione del Paracentrotus lividus. Le conseguenze della riduzione ed eliminazione dei ricci di mare dall’ecosistema marino sono pesanti per l’habitat bentonico: in primo luogo la proliferazione delle alghe di cui i ricci si cibano, nonché la riduzione dei pesci, in particolare il sarago e l’orata, che si nutrono dell’echinoderma.

La commercializzazione “clandestina”  di polpa di ricci anche attraverso i social network costituisce attualmente  uno dei principali canali di commercializzazione illegale. La polpa viene generalmente  confezionata  con ricci di minima misura, ben al disotto dei prescritti 50 mm e in locali non autorizzati per tale scopo.

Pescare esemplari sotto misura corrisponde a un atteggiamento predatorio in dispregio alla biodiversità. Inoltre si compromette la futura possibilità di trarre un sostentamento economico dalla pesca, per il grave depauperamento dello stock ittico. L’esito degli interventi ha fatto emergere che alcuni degli autori degli illeciti sono pescatori  o comunque soggetti collegati alla filiera ittica,  i quali per contro dovrebbero avere l’interesse di non compromettere il futuro del proprio lavoro.

A loro volta, gli acquirenti via social network  delle confezioni di polpa di riccio, rifornendosi da tali canali  alimentano  questo mercato   clandestino di prodotti alimentari non certificati. Due pesanti sanzioni sono state contestate anche a loro.

I compratori della polpa di ricci, pertanto, dimostrano una scarsa coscienza ambientale e la mancanza di attenzione alla igiene degli alimenti.

L’operazione appena compiuta  avrà la conseguenza di attivare le procedure  “oscuramento” dai siti internet degli account dei venditori  di tali prodotti  illegali e quindi non commercializzabili. S’inquadra nell’attività svolta dal Corpo Forestale a tutela della specie e dalla sicurezza alimentare. Si ringraziano i singoli cittadini e le Associazioni che manifestano amore per il mare e  consapevolezza ecologica, professando l’astensione dal consumo di ricci di mare, tanto meno se derivanti da attività di pesca e confezionamento di dubbia liceità.