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Non si placano le polemiche dopo l’odissea vissuta da decine di sardi che domenica avrebbero dovuto far ritorno in Sardegna e che, all’improvviso, dopo essere stato cancellato il loro volo, hanno dovuto aspettare e “combattere” per poter tornare “celermente” a casa. Un viaggio-incubo che di reale purtroppo ha tutto ed è la medesima situazione che molto spesso si trovano a dover affrontare i viaggiatori diretti nell’Isola “sperduta” in mezzo al Mediterraneo, meta quasi “irraggiungibile” per via dei trasporti che, a volte, lasciano assai desiderare. Viaggiare per necessità o per piacere poco importa, è un diritto, e se si aggiungono i prezzi esorbitanti dei biglietti la beffa sembra essere pressoché servita. “L’attuale continuità aerea fa acqua da tutte le parti. La Sardegna è realmente isolata – spiega Massimiliano Tronci, uno dei reduci del viaggio travagliato che ha raccontato quanto accaduto anche a “Radio Casteddu La Fai Tu” – addirittura pure in controtendenza rispetto a diversi anni fa.
Certo, ci sono sempre stati dei problemi ma anziché risolverli sono peggiorati.
Non ricordo assolutamente da quando viaggio per lavoro o formazione di avere mai avuto tutti questi problemi a recarmi sulla terraferma.
La tanto decantata continuità territoriale esiste forse solo nelle parole di chi ci rappresenta perché sfido chiunque a cercare voli in diverse fasce orarie che non esistono più.
Poi se per l’assessore Moro un cittadino comune che vive con uno stipendio medio, per tornare a casa senza i voli in continuità, avrebbe dovuto spendere dai 500 euro in su per accaparrarsi gli unici posti in aereo ancora disponibili per tornare a casa da residente, evidentemente nel frattempo che ero bloccato a Fiumicino sono aumentati anche gli stipendi di noi dipendenti pubblici a nostra insaputa, allineati a quelli di consiglieri e Assessori regionali, che possono permettersi tali esborsi.
In questi giorni diversi amici si sono mossi a vario titolo, anche il deputato Deidda che è Presidente Commissione Trasporti, che ringrazio, ma ciò che ha lasciato esterrefatti me e i colleghi volontari è che non si capisca che se mesi fa avevamo prenotato il nostro rientro per Cagliari da Napoli e solo perché in giornata non c’era nessuno volo in continuità territoriale per Elmas. E di certo questo non è un fatto imprevedibile, ma da risolvere da un punto di vista di accordi con le compagnie che deve fare chi ha la delega dei trasporti e rappresenta la Sardegna perché ciò che è accaduto a noi 11, non debba più capitare a nessun altro, soprattutto se possono essere coinvolti persone fragili o anziane.
Vorrei sottolineare che, abbiamo dovuto obbligatoriamente usare le ferie quando si sa che esse sono destinate a ritemprare il fisico non di certo a ‘fare campeggio in aeroporto”.
Prima del rientro in Sardegna, in segno di scaramanzia, si è optato anche per il simbolo, per eccellenza, portafortuna partenopeo, un’invocazione, insomma, al fine di giungere a casa in tempi rapidi. “Mi è stata scattata giusto per sottolineare che è bello essere anche spiritosi e ironici, ma non sul diritto alla mobilità dei sardi che deve essere garantito”.