L’educazione sessuale ai tempi di Zedda,tutta a spese dei cagliaritani

Il consigliere Petrucci passerà alla storia di Cagliari per avere fatto spendere 8mila euro al Comune per insegnare il sesso ai ragazzini. Ma le famiglie saranno d’accordo? E chi saranno i super esperti che spiegheranno le differenze sessuali ai bambini sostituendosi ai genitori? 


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Il consigliere comunale Filippo Petrucci passerà alla storia di Cagliari per avere fatto spendere al Comune 8 mila euro, in tempi di pesante crisi economica della città, per introdurre l’educazione sessuale sui banchi di scuola. Il centrosinistra lo segue, il centrodestra abbandona l’aula e sul Bilancio va in scena la figuraccia. Ottomila euro non è una cifra enorme, ma è quasi un quinto di quel che sarebbe servito alla Regione per mandare gli editori sardi al Salone del Libro di Torino.Ma attenzione, stavolta non è una questione di soldi. L’educazione sessuale è un concetto delicato, non è così semplice imporlo ai ragazzini: per studiarla ci vorrà il consenso dei genitori cagliaritani, e almeno la metà certamente non saranno d’accordo che a  spiegare il sesso agli adolescenti siano degli sconosciuti per la famiglia. Non solo: a seconda di chi può insegnare una materia così delicata, c’è il rischio di fare dei danni seri all’educazione delle famiglie.

Non è una questione ideologica, ma spiegateci perché il sindaco Massimo Zedda e la sua coalizione considerino questo progetto una priorità mentre centinaia di famiglie a Cagliari muoiono di fame. Questo è il modo più semplice per restituire Cagliari al centrodestra: dimostrare scarsa capacità di intercettare i reali bisogni della gente. Una proposta ridicola secondo Claudio Cugusi, mentre Forza Italia lascia l’aula affermando con Edoardo Tocco che   “Se dovessi scoprire che un dirigente scolastico tiene dei corsi di educazione sessuale lo attacco al muro”. Ora la curiosità è tanta per capire chi saranno gli esperti che verranno chiamati per l’educazione sessuale nelle scuole cagliaritane: mentre su Internet e nei social network, oltre alla normale vita sociale, ormai qualunque bambino conosce ben prima i segreti della vita. E anche le differenze sessuali sono sotto gli occhi di tutti. C’era davvero bisogno del progetto di Petrucci, che in tre anni si era visto pochissimo come progettista di fenomenali idee? E perché il Comune finanzia l’educazione sessuale e non, ad esempio altre emergenze sociali come quella dei padri separati? Perché il Pd ha avallato un piano che , anche dal punto di vista mediatico, ora rischia di diventare un boomerang?