Si allarga l’inchiesta, emergono nomi e dettagli che potrebbero portare a nuove indagini e nuovi indagati. A pagina 127 delle oltre 400 dell’ordinanza, spunta il nome dell’assessore della Sanità Carlo Doria, sardista, entrato in giunta regionale in quota Solinas. La bufera che si è abbattuta sulla Sardegna con i 31 arresti di “Monte Nuovo”, molti eccellenti come l’ex assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia e il primario di terapia del Dolore dell’ospedale Marino di Cagliari Tomaso Cocco, entrambi in carcere, potrebbe ben presto travolgere altre persone coinvolte nel sistema venuto alla luce dall’inchiesta e fatto di una solida commistione fra malavita, politica, istituzioni e professionisti. Un’alleanza trasversale che, secondo gli inquirenti, era in grado di condizionare pesantemente le istituzioni, piegandole a proprio vantaggio.
Tutti gli accordi, gli interventi, gli obiettivi venivano pianificati intorno a una tavola imbandita. Gli spuntini, tradizione immortale soprattutto nelle zone interne della Sardegna ma organizzati persino al Binaghi durante Covid e lockdown da Tomaso Cocco, erano l’occasione per tessere alleanze e decidere strategie: i locali del Binaghi di cui solo Cocco aveva le chiavi e dove si tenevano gli spuntini erano stati ribattezzati “La casa del prete”.
Allo spuntino del 6 marzo 2021, a Sassari, era presente anche Carlo Doria, assessore della Sanità, entrato in giunta su scelta precisa del governatore Solinas dopo il flop dell’ex senatore alle elezioni politiche e dopo aver provveduto al siluramento di Nieddu. Doria, che non è indagato, era allo spuntino con la solita cupola criminale orgolese, il rettore di Sassari Mariotti, il consigliere regionale Giovanni Satta e numerosi medici e professionisti.