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Lo storico sarto di via Azuni, a Stampace, dopo decenni tra ago e filo e i carnevali organizzati con la Gioc, abbassa la saracinesca. “Lascerei lo spazio ai giovani, ma non ci sono. Il rione nel 2017? Una desolazione”
Amarcord stampacino: i litigi con il parroco della chiesa di Santa Restituta, “cinque anni di processo risolti con un nulla di fatto per gli spazi della Gioc”, e tra carnevali ed eventi in piazza i tanti ragazzi disagiati dell’epoca trovavano una valvola di sfogo “pulita” dal solito tran tran. Tantissimi abiti realizzati nei decenni d’oro del rione, “un mestiere artigianale, oggi nessuno lo vuole fare”, e quell’oggi vede il rione schiacciato da una Ztl solo sulla carta, “non serve a nulla” e un immobilismo “che è colpa del Comune, ci ha abbandonato”.
Vittorio D’Angelo, tempo qualche mese, chiuderà per sempre la sua storica sartoria. “A 80 anni ho voglia di riposarmi, ho provato ad animare il rione ma ho sempre trovato persone contrarie. I giovani, poi, non hanno voglia di imparare quello che è un mestiere artigianale, partendo dai miei due figli, che hanno scelto altri settori lavorativi. Lascio una Stampace desolante, priva di qualunque punto di riferimento e, negli ultimi anni, molto peggiorata”.