“La villetta dei miei genitori a Quartu salva dopo 30 anni, a Sa Forada l’hanno costruita coi loro soldi”

L’addio ai vincoli per le case popolari Peep in città? Un sospiro di sollievo per i 500 quartesi che, negli anni Novanta, avevano pagato il terreno al Comune per un’abitazione mai totalmente tra le loro mani. Stefano Vavoli: “Mamma e papà potranno donarmela, senza lo svincolo della proprietà a chi sarebbe finita? Quando sarà il momento pagheremo il dovuto e potremo continuare ad avere un tetto, abbiamo fatto sacrifici per costruirla”


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Centocinquanta metri quadri su tre livelli (seminterrato, piano terra e primo piano), una villetta costruita in via Finlandia a Quartu, nella zona di Sa Forada a inizio anni Novanta da Stefano Vavoli, famoso portiere di calcio, e dalla moglie. In una zona Peep, proprio quelle aree che, da ieri, sono state svincolate dall’amministrazione comunale quartese. Chi aveva acquistato il terreno e tirato su case e villette ora potrà entrarne in pieno possesso. Basterà pagare l’onere della costruzione, poca roba rispetto al possibile dramma di vedere chissà chi, in futuro, entrare nell’abitazione. Stefano Vavoli (stesso nome del padre), 39 anni, agente di viaggi, tira un grosso sospiro di sollievo: “La volontà di mamma e papà è sempre stata di donare la casa a noi figli, in un domani spero molto lontano. Senza l’addio ai vincoli non l’avrei potuta avere e neppure avrei potuto venderla. Mi sarei ritrovato senza niente in mano”, osserva Vavoli: “Loro hanno comprato il terreno e costruito la casa, dopo 30 anni di sacrifici è giusto che resti a noi”. Quindi, quando sarà necessario, Vavoli è pronto “a pagare i soldi legati agli oneri di costruzione”.
“Penso che tutti abbiano diritto a restare proprietari di una casa che hanno costruito”, prosegue il 39enne. “C’è chi dice che si tratti di case popolari, ma il termine in questo caso non è totalmente corretto. Se io apro il portafoglio per tirare su un’abitazione, da zero, non sto certo andando a bussare al Comune o ad altri enti per farmi mantenere. Pur avendo pagato meno, rispetto al solito, il terreno, non abbiamo mai chiesto soldi a nessuno”.


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