La psicologa a Radio Casteddu: “Col lockdown i giovani hanno buttato un anno della loro vita”

Il bimbo che “è scappato” questa mattina da scuola, le tante difficoltà dei ragazzi che stanno vivendo a causa delle conseguenze della pandemia. Angela Quaquero, psicologa, a Radio Casteddu: “Un bambino è uscito dalla scuola ed è andato a casa sua: complimenti ai genitori che gli hanno saputo insegnare la strada di casa ma ci chiediamo come ciò è potuto accadere”


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Il bimbo che “è scappato” questa mattina da scuola, le tante difficoltà dei ragazzi che stanno vivendo a causa delle conseguenze della pandemia. Angela Quaquero, psicologa, a Radio Casteddu: “Un bambino è uscito dalla scuola ed è andato a casa sua: complimenti ai genitori che gli hanno saputo insegnare la strada di casa ma ci chiediamo come ciò è potuto accadere. Più che fare un caso di chi è la colpa, preferirei lavorare meglio sul comprendere che cosa ha vissuto questo bambino, cosa gli è successo. Un bambino che torna a casa da scuola ha diversi motivi: può avere la nostalgia della mamma, di casa, può aver litigato con un compagno oppure  anche aver avuto un conflitto con la maestra o ritenuto di avere subito un ingiustizia. Sono tutte cose che abbiamo vissuto da bambini e la prima cosa da fare sarebbe parlare con il bimbo, cercare di capire cosa è successo e provare a fargli elaborare  l’accaduto.
Dal punto di vista della responsabilità ci saranno i dirigenti e le altre istituzioni a prendere in carico il caso, credo che noi invece dovremmo comprendere il vissuto del bambino e che cosa il bambino ha voluto dire con questa scappata”.
I ragazzi con la pandemia e la didattica a distanza hanno difficoltà di vivere la loro gioventù, è stato un anno quasi buttato per loro. I locali sono chiusi, ci sono problemi di ordine pubblico, che ci sono sempre stati, ma che, con la pandemia, sta peggiorando. Ci sono segnali preoccupanti?
“Nei precedenti 10, 15 ma anche vent’anni abbiamo dato alla scuola, tutti quanti, una serie di incarichi: oltre l’apprendimento e l’istruzione, l’educazione sessuale, sociale, ambientale ma anche la socialità e la responsabilizzazione verso tanti aspetti della vita.
In questo momento in cui la scuola si è fermata tutto questo chi lo dà ai ragazzi? Ricordiamoci che la scuola non è soltanto il momento in cui  apprende ma anche quello in cui si sta insieme fra persone che non si sono scelte e bisogna convivere con persone nuove, diverse, anche antipatiche, a volte, ma bisogna starci lo stesso. Da un anno a questa parte è saltato tutto e il problema è ricostruire gli spazi di socializzazione in sicurezza. Dobbiamo lavorare su questo, perché la distanza fisica non può essere sociale”.
La situazione covid sta migliorando e si parla di possibili riaperture di ristoranti, palestre. Che cosa si augura?
”Dobbiamo autoproteggerci e trovare i modi per farlo in sicurezza. In una situazione fortunata come quella sarda, io penso che molte cose possano migliorare perché le persone, in questo momento, si sentono profondamente sole.
Le risse recenti? Ci vuole una prevenzione nelle piazze, dobbiamo avere in qualche modo chi vigila e controlla e poi dare altre occasioni di incontro, perché se ciò non avviene l’aggressività si scarica in questo modo”.
Risentite qui l’intervista a Angela Quaquero del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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