La nuova vita di Marco: “L’incidente, il lungo coma e il miracolo al Brotzu: devo tutto ai medici”

Il cognome sembra un segno del destino: Marco Vita, 46enne di Pula, ha un brutto incidente in bici: “Sono arrivato al Brotzu in coma, mi sono risvegliato dopo oltre un mese: il mio più grande sogno? Poter tornare a lavorare”


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L’incidente, il ricovero in coma, poi il risveglio. E, ora, l’obbiettivo di tornare a un’esistenza, per quanto possibile, simile a quella di prima. Marco Vita, 46enne di Pula, il 21 ottobre 2014 ha un brutto incidente sulla 195: “Ero in bici, ho colpito un camion parcheggiato con la spalla e sono caduto malamente, facendo un salto carpiato a causa dell’alta velocità. È stato devastante”, ricorda il quarantaseienne. Che, sino a un istante prima, conduceva una vita simile a quella di tantissime persone: “Lavoravo in un negozio di elettrodomestici a Pula”. Quel giorno di sei anni fa è segnato da pochi ma chiari ricordi: “Il casco ha fatto il suo dovere, salvandomi, ma era tutto distrutto. Un’ambulanza mi ha portato al Brotzu, sono finito al settimo piano ed ero in coma: trauma cranico diffuso, i medici hanno sempre detto che, per fortuna, i neurotrasmettitori si erano solo lesionati, sennò ora sarei tetraplegico. Mi sono risvegliato il 27 novembre e ho fatto cinque mesi di day hospital, devo tutto ai medici della Riabilitazione. Ancora oggi faccio fisioterapia all’Aias, ho ancora dei problemi fisici”, racconta Vita, “e sogno di avere un lavoro, magari entro l’anno prossimo. Spero che mi chiami l’Inail per fare tutte le valutazioni, prendo una pensione d’invalidità che spendo quasi tutta per pagare il mutuo per una nuova casa”.

E, a proposito di “case”, Marco Vita ripensa a quella “temporanea”, rappresentata dall’ospedale, che l’ha ospitato per tanti mesi: “I medici di Riabilitazione hanno compiuto un ‘miracolo’, spero che non sia mai trasferita: decentrare quel reparto, secondo me, non avrebbe senso”.


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