Le tre telefonate al 118, l’attesa di ventiquattro minuti prima di arrivare al Brotzu e lo scampato pericoloso. Principio d’infarto per Piergiorgio Massidda, che afferma di essersela “vista brutta”. Soprattutto per via dei tempi biblici legati al soccorso: “Abito in viale Merello, il San Giovanni di Dio e il Santissima Trinità sono vicinissimi, eppure l’ambulanza ci ha messo molti minuti. Mentre mi stavano trasportando, ho sentito gli operatori del 118 che maledicevano le pedonalizzazioni e le piste ciclabili. Se avessi avuto un malore a Villanova o nelle zone della movida sarei morto, e penso a tutti i cittadini che vivono in quelle zone. Il Comune ha trasformato la mobilità cittadina senza un piano del traffico, è partito dal tetto senza prima costruire le fondamenta. Il Piano della mobilità sostenibile è stato realizzato solo lo scorso dicembre, ma allora chi ha autorizzato l’attuale maggioranza a realizzare rotonde, aree off limits alle automobili e piste per le bici che nessuno utilizza?”.
Massidda è netto: “Zedda dice che tutte le sperimentazioni vanno bene, ma senza lo straccio di un dato o di uno studio. Le piste ciclabili, deserte, devono essere utilizzate per creare percorsi utili al trasporto pubblico e al trasporto d’emergenza, ci sono molti chilometri di strade cagliaritane che possono essere trasformate, privilegiando i soccorsi”.