L’8 marzo, una giornata insieme alle detenute del carcere di Uta

Un sorriso oltre le sbarre, l’iniziativa giunta al suo settimo anno consecutivo che mira a richiamare l’attenzione sulle condizioni sociali e umane delle donne negli istituti penitenziari.


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Non capita tutti i giorni di entrare in una Casa circondariale rosa o di entrare in contatto con chi la vive giorno dopo giorno. Oggi una grande iniziativa è stata attuata nella Casa circondariale di Uta, per il settimo anno consecutivo.

Maria Grazia Caligaris presidente di SDR “Socialismo Diritti Riforme”, ha organizzato una giornata simbolo per richiamare l’attenzione sulle condizioni sociali e umane al femminile degli Istituti Penitenziari. Realtà spesso meno note sia per il numero  esiguo di donne private della libertà, sia per la tipologia dei reati commessi. Molte le persone intervenute durante il dibattito, tra cui Claudio Massa, responsabile Aria Educativa della Casa circondariale, l’Oncologo Massimo Dessena, Liliana Floris presidente FIDAPA e Claudia Firino Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport. 

 I temi trattati sono stati vari, tra cui la prevenzione del tumore alla mammella, con un intervento del Dottor Dessena che ha posto al centro del dibattito l’importanza dello screening. Si è parlato molto delle tematiche relative al reinserimento lavorativo. Alessandra Uscidda, comandante del Carcere di Uta ha affermato:” gestire una detenuta è come gestire dieci detenuti, perché emotivamente più complesso. Il modo in cui una donna vive il mondo lo introietta e lo proietta in maniera più complessa, nel bene e nel male. Stiamo cercando di creare più contatto con l’esterno con la creazione di ponti e non di muri”.

Sono sicuramente importanti le attività che vengono svolte all’interno della Casa circondariale, ma è anche valoroso l’impegno che si può creare all’esterno, mettendo le donne nelle condizioni di un reinserimento nella società in maniera graduale e ottimale. Le attività che vengono svolte all’interno della Casa circondariale sono varie, tra cui: yoga, biodanza, corsi di bigiotteria e scrittura creativa. Mentre gli eventi organizzati sono il cineforum, teatro e a breve verranno inseriti progetti Pet therapy.

All’interno del carcere opera un equipe di educatori capitanata dal dottor Claudio Massa, responsabile area educativa. Le detenute frequentano poco la scuola e si vuole lavorare molto su questo, perché il reinserimento avviene anche attraverso l’istruzione. Maria Chiara una ragazza che oramai risiede nel carcere da tempo dice:” da quando ho avuto un contatto lavorativo la mia condizione è migliorata”. La legge non consente alle detenute di poter aprire attività a loro nome, motivo per il quale Maria Chiara ha dato alla mamma l’avvio della sua piccola azienda. Dunque non vi è ancora un programma educativo adeguato nei confronti delle donne. 

Maria Grazia Caligaris parla del ruolo della sua associazione all’interno delle carceri:” l’Associazione SDR effettua circa quattrocento colloqui annuali con i detenuti, essendo presente con i propri volontari due volte a settimana, si occupa principalmente del rispetto dei diritti, ma organizza anche iniziative di solidarietà, tra le quali un “Un sorriso oltre le sbarre” iniziativa che ogni anno, questo è il settimo, unisce gli affetti sociali a quelli della solidarietà ma anche a una riflessione sulla condizione femminile all’interno delle strutture penitenziarie. Inoltre – aggiunge – organizza, per il Ramadan, una raccolta di datteri, che vengono distribuiti ai detenuti musulmani che praticano il digiuno rituale, e i datteri servono a interrompere il digiuno quando riprendono a mangiare. Organizza eventi culturali che si svolgono all’interno dell’istituto. È presente in più occasioni, per garantire alle persone che hanno perso la libertà un momento di riflessione e considerazione del rispetto dei diritti. Ha questa funzione. Rendere la cultura della libertà a portata di tutti. Oggi hanno parlato le detenute, hanno manifestato il loro disagio, hanno espresso il loro dolore, quello che nasce da una condizione di vita particolarmente difficile fuori di qua. È stata importante la presenza dell’Assessore regionale alla cultura e per il forte segnale che ha dato come giunta regionale ma anche come donna e come persona che in una maniera diretta conosce la discriminazione, quella di cui sono vittime quelle donne che hanno perso la libertà come detenute”. 

Inoltre a fine mattinata è stato distribuito alle detenute un pacco regalo con all’interno dei prodotti per la cura e il benessere del corpo. 

È pensiero comune che l’istruzione e la conoscenza siano valori importanti per la società, nessuno ne dovrebbe essere privato, e nessuno può negare la diffusione di essi poiché nella conoscenza e nell’istruzione è insito il progresso. 


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