“Io, cagliaritano positivo al Coronavirus a Villaspeciosa: vivo sognando di rivedere mia moglie”

I primi sintomi dopo un ricovero a Monserrato, poi il doppio tampone positivo. L’uomo, un ultrasessantenne, il 21 aprile scopre di essere contagiato: “Passo le giornate sbarrato in casa e leggo libri. Appena guarirò correrò da mia moglie e dai miei figli, non li vedo da quasi un mese”


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Positivo al Coronavirus dopo un ricovero al Policlinico di Monserrato. “A distanza di sette giorni”, precisa sin da subito l’uomo, nato a Cagliari ma residente da molti anni a Villaspeciosa. La notizia della sua positività era già stata data dal sindaco del paese, Gianluca Melis. In un’intervista esclusiva rilasciata al nostro giornale, l’uomo racconta tutto il calvario, iniziato, in modo “soft”, ventisei giorni fa: “Il tre aprile vado al Policlinico di Monserrato per dei dolori al torace, sono cardiopatico. Finisco nel reparto di Medicina interna, ricevendo cure amorevoli da parte dei medici, che hanno lavorato in simbiosi col reparto di Cardiologia e con quello di Cardiochirugia del Brotzu. Il 6 aprile un primo sintomo, diarrea, poi due giorni più tardi accuso come un subbuglio a tutto il corpo. Dopo poche ore avvengono i primi casi di contagio da Coronavirus, ci fanno il tampone a tutti e l’esito arriva il dieci, di mattina: negativo. Di pomeriggio esco dall’ospedale e torno a casa insieme a mia figlia, io con doppia mascherina sul volto e anche lei protetta. Sono felice perchè penso di essermi scampato un possibile contagio. Cinque giorni dopo iniziano gli attacchi di nausea e le difficoltà a sentire i gusti”, racconta l’uomo, “chiamo il mio medico il 17 aprile, mi dice di avvisare l’Igiene pubblica. Così faccio, e il venti aprile vengono a casa a farmi il tampone, alle 18:30. Il giorno dopo, l’esito: positivo. Altro tampone il ventidue aprile, positività al Coronavirus confermata il ventiquattro”.

“Non ho mai avuto febbre o tosse”, precisa, “e ho sempre rispettato l’isolamento. Mia moglie è andata a vivere da un parente, anche i miei figli sono ben distanti come è giusto che sia”. Com’è la vita di un positivo al Covid-19? “Beh, vivo isolato e tappato in casa. Sono un appassionato di storia e paleografia, trascorro le mie giornate a leggere documenti antichi”. Tra qualche giorno, se il calendario verrà rispettato, “un medico e un infermiere torneranno nella mia abitazione per farmi un nuovo tampone. Spero sia negativo, oggi mi sento benissimo ma so che, appena sarò guarito, dovrò ritornare a frequentare medici e ospedali per i miei problemi di cuore. Prima, però, la prima cosa che farò sarà correre sin da mia moglie, mi manca tantissimo, così come i miei figli. Ho anche dei nipotini, prima o poi rivedrò anche loro”.


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