“Insegno nuoto a Cagliari da 43 anni, fermarmi di nuovo è anche un danno psicologico”

Non guarda solo al portafoglio Enza Cannavacciuolo, 59 anni, da decenni istruttrice in piscina: “Dal Governo una mazzata ingiusta, rispettavamo tutte le regole. Certo, c’è un danno economico ma doversi fermare nuovamente è, alla mia età, psicologicamente devastante”. Cosa ne pensate?


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Ha insegnato a nuotare a moltissime persone sin da quando era poco più che una ragazzina. “Uscivo da scuola, studiavo e poi subito in piscina”. Adesso, e almeno sino al 24 novembre prossimo, Enza Cannavacciuolo, 59 anni, cagliaritana, lavoratrice alla “Ulivi e palme di via Bembo, dovrà restare ferma. “Di nuovo, dopo il lockdown di marzo”. Una botta inaspettata, e che potrebbe produrre danni non solo di natura economica. “Al di là di quelli, che ci sono, alla mia età è un danno psicologico devastante. Dopo una vita in piscina senti la mancanza anche dell’odore del cloro, quel posto è come la mia casa. Passo più ore in vasca che nella mia abitazione”. È arrabbiata, l’istruttrice di nuoto. Il nuovo stop è arrivato come un fulmine a ciel sereno. “Non c’è nulla di più sicuro di una piscina, igienizzata e pulita ogni giorno”. 
“Viviamo nel cloro, ci siamo messi in regola sin da subito per ripartite”, afferma. “E ora arriva questa mazzata, ingiusta. Non so di casi di contagio scientificamente testati nelle piscine, noi abbiamo i turni per la scuola nuoto, ogni bimbo ha uno spazio libero di sette metri quadri”. Insomma, regole seguite al millimetro, eppure la chiusura c’è stata lo stesso. “Protocolli seguti alla perfezione, abbiamo speso tanti soldi per sanificare e, quando è venuta l’Assl per i controlli, avevano trovato tutto in ordine e ci avevano pure fatto i complimenti”.


In questo articolo: