
“L’allarme sulla situazione delle carceri della Sardegna e sul pericolo di infiltrazioni mafiose nel tessuto criminale sardo lanciato oggi dalla Direzione nazionale antimafia conferma quanto denunciamo ormai da tempo: ossia il concreto pericolo che la ‘ndrangheta si insinui trattando coi reclusi e che anche l’esecuzione di appalti pubblici nelle diverse province sarde attragga gli interessi dei gruppi criminali calabresi”. Lo afferma la consigliera regionale e responsabile nazionale Giustizia del Centro Democratico Anna Maria Busia.
“Per questo la dichiarazione dell’organismo investigativo alla Camera è tardiva. Queste cose le abbiamo dette già anni fa, immediatamente dopo la scellerata modifica dell’art.41 bis che aveva stabilito che gli appartenenti alla criminalità mafiosa dovessero essere trasferiti in massa in Sardegna. Sarebbe bastato leggere la sentenza di Barbagia Rossa per comprendere, anticipare e evitare certe dinamiche”.
“Invece da allora non solo non è cambiato nulla – aggiunge Busia – ma anzi hanno deciso di inviarci anche i criminali jihaidisti. Del resto cosa ci si può’ aspettare da una amministrazione che definisce la nostra regione “isola a vocazione penitenziaria”? Quanti altri sacrifici deve fare la Sardegna? Ci paghiamo tutto da soli, sanità’, trasporti, abbiamo sul nostro territorio il 60 per cento delle basi militari italiane, contribuiamo all’abbattimento del debito pubblico. Quanto altro sangue dobbiamo dare?”.