“Il trovatore” di Verdi conclude con successo la stagione operistica

Amore, intrigo, vendetta, i temi classici del melodramma, conducono alla tragedia finale che commuove ancora oggi gli spettatori appassionati della lirica


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Scritto da Paolo Piu 

 

“È molto facile mettere in scena Il trovatore, ma occorrono quattro cantanti che siano i più bravi del mondo” disse Caruso a proposito dell’opera di Giuseppe Verdi, melodramma in quattro parti su libretto di Salvatore Cammarano, dal dramma El trovador di Antonio García-Gutiérrez, che ha concluso la stagione lirica e di balletto 2016 del Teatro Lirico di Cagliari, con grande successo da parte degli spettatori. Nonostante si tratti di un’opera musicalmente convenzionale, incontrò da subito il favore del pubblico risorgimentale, grazie anche alle precise simmetrie e alle celeberrime arie, quali “Ah! l’amor, l’amore ond’ardo” e “Di quella pira l’orrendo foco”, che ne fecero all’epoca l’opera più popolare e tra le più rappresentative del compositore di Busseto, sin dalla prima rappresentazione al teatro Apollo di Roma il 19 gennaio 1853. Senza dubbio contribuirono al successo i ritmi popolari che avevano grande presa sul pubblico, basti citare il coro degli zingari all’inizio del II atto. Di non particolare effetto la scenografia, un po’ troppo cupa, dell’allestimento cagliaritano di Stefano Poda, che ha curato anche la regia e le luci, così come i costumi, che non caratterizzano i personaggi e non li rendono immediatamente distinguibili al loro primo apparire. 

Ma su tutto sovrasta la musica maestosa e solenne di Verdi, che fa di quest’opera un autentico capolavoro dal punto di vista musicale. Fondamentale il ruolo del coro, presente sul palco all’inizio di ogni nuovo atto, parte integrante delle vicende e dello sviluppo dell’opera stessa, fra le più eseguite in assoluto in tutto il mondo. Per fare un esempio, la scena iniziale del film Senso di Luchino Visconti inizia proprio con un’aria tratta dal Trovatore, in cui il colpo di cannone sparato sull’acuto  tenorile “All’armi! All’armi” è il simbolo dell’intera opera e di tutta la produzione operistica di Giuseppe Verdi. 

Amore, intrigo, vendetta e una tardiva agnizione, temi classici del melodramma, conducono alla tragedia finale che tanto ha commosso e commuove ancora oggi gli spettatori appassionati della lirica. 

Il trovatore, della durata complessiva di 2 ore e 30 minuti, è andato in scena il 16 dicembre, con  repliche il 17, il 18, il 20, il 21, il 28 e il 30 dicembre. A dirigere l’Orchestra  del Teatro Lirico di Cagliari il giovane maestro milanese Giampaolo Bisanti. Il maestro del coro è come di consueto il bravo Gaetano Mastroiaco. L’opera è interpretata da prestigiosi  artisti quali: Roberto Frontali (16, 18, 20,)/Mikolaj Zalasinski (17, 21, 28, 30) (Il conte di Luna), Daniela Schillaci (16, 18, 21, 28, 30)/Rachele Stanisci (17, 20) (Leonora), Enkelejda Shkoza (16, 18, 21, 28, 30)/Cristina Melis (17, 20) (Azucena), Marcello Giordani (16, 18, 21, 30)/Massimiliano Pisapia (17, 20, 28)(Manrico), Luca Dall’Amico (16, 18, 21, 28, 30)/Emanuele Cordaro (17, 20) (Ferrando), Lara Rotili (Ines), Mauro Secci (Ruiz), Francesco Leone (Un vecchio zingaro), Marco Puggioni (Un messo). 

 


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