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Il Campidanese è la variante linguistica sarda più diffusa numericamente nell’Isola: è parlato infatti da circa i 3/5 della popolazione residente. Ma, probabilmente, sono parecchi a non conoscre le regole grammaticali, in modo da scriverlo correttamente. A tale scopo, proponiamo alcune regolette per scrivere correttamente nella variante campidanese della lingua sarda. L’alfabeto sardo è composto da 22 lettere. Oltre alle lettere uguali a quelle dell’alfabeto italiano, ci sono: J e X. Manca la lettera Q. Nella lingua sarda si possono raddoppiare solo 5 consonanti: l, n, s, r, d.; tra l’altro, queste sono contenute nell’espressione “lana sarda”. Nell’alfabeto sardo, oltre alla Q, mancano anche Y e K. La consonante “z” sorda è sempre preceduta dalla consonante t (tz), ad esempio: tziu, bratzu, ecc. Le parole che si pronunciano come il termine italiano “sciare” si scrivono con “sc”, esempio: scivedda, scièntzia, ecc. La maggior parte delle parole, però, si scrive con “x” e non con “sc”, ad esempio: pixi è il significato di pece (però, pisci è anche il significato di pesce), axedu è il significato di aceto. I cognomi Mascia e Pusceddu sono scritti in questo modo a causa di errori degli impiegati degli uffici dell’anagrafe. I cognomi scritti correttamente sono: Maxia e Puxeddu. Quando scriviamo in lingua sarda, dobbiamo sempre segnare la terz’ultima o l’ultima vocale, quando vi cade l’accento tonico, esempio: gròria, tzùcuru, pàrdula, lìngua,pìbiri, cantàst (tu cantavi), cantàt (egli cantava). Sono vocali paragogiche quelle che, in fine di parola, si pronunciano, ma non si scrivono. Esempio: cadiras(a), càstiant(a) ecc. Sono vocali prostetiche quelle che, ad inizio di parola, si pronunciano, ma non si scrivono, esempio: (i)sposa, (i)scola ecc.