Il dono all’Università di Cagliari, libri e giochi sulla parità di genere per l’asilo nido dell’ateneo

Il Rettore Mola: “L’asilo aprirà a breve, il vostro contributo ci aiuterà a far sentire la voce dell’amministrazione su questi temi”. Ester Cois, delegata per l’uguaglianza di genere: “Il cambiamento culturale in atto deve essere presidiato con costanza”


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Il Soroptimist International – Club di Cagliari ha donato all’Universita’ di Cagliari una selezione di libri e di giochi sul tema della parità di genere destinati all’asilo nido dell’ateneo. La gratitudine del Rettore Francesco Mola: “L’asilo aprira’ a breve, il vostro contributo ci aiuterà a far sentire la voce dell’amministrazione su questi temi”. Ester Cois, delegata del rettore per l’uguaglianza di genere: “Il cambiamento culturale in atto deve essere presidiato con costanza”

Questa mattina il Rettore Francesco Mola ha incontrato i vertici del Soroptimist International – Club di Cagliari, che ha donato giochi e libri per l’asilo nido dell’Università di Cagliari, con una particolarità: si tratta di una selezione compiuta avendo attenzione al tema della parità di genere. Con il Magnifico hanno partecipato all’incontro il Prorettore vicario Gianni Fenu, la delegata del Rettore per l’uguaglianza di genere Ester Cois e il Capo di Gabinetto Alessandra Orrù, mentre la delegazione del Club era costituita da Maria Ledda, presidente del Soroptimist international di Italia – Club di Cagliari, Maria Elena Marongiu, segretaria (e già stimatissima docente di Microbiologia del nostro Ateneo), Carla Sanjust, consigliera del direttivo e Claudia Rabellino, Programme director.

“Vi ringraziamo per l’accoglienza – ha detto in apertura la Presidente Maria Ledda – Da tempo il nostro Club ha dedicato molta attenzione a questi temi. Il concetto dell’asilo nido parte dal ‘prendersi cura’: per noi è importante contrastare i pregiudizi già a partire da quella età. Per questo nell’ambito del nostro progetto ‘Dal prendersi cura al contrasto degli stereotipi’ abbiamo selezionato libri che serviranno certamente per le educatrici, ma anche per i genitori che potranno pure portarli a casa per camminare insieme in un percorso scevro dai pregiudizi. Abbiamo individuato anche alcuni giochi da fare tra bambini e bambine, perché crescano in modo naturale”.

“Partiremo presto con l’asilo nido – ha spiegato il Rettore Francesco Mola – che fa parte del più ampio progetto Tessera Baby. Eravamo coscienti che l’asilo sarebbe stato la parte più complessa, ma da subito l’abbiamo messo in campo: si trattava di reperire più risorse e requisiti rispetto alle altre parti del progetto già avviate. Anche per lo ‘Spazio Bambino’ abbiamo scelto di affidarci a una ditta esterna in collaborazione con la Facoltà di Studi umanistici e tanti nostri studenti tirocinanti. Lo stesso faremo con l’asilo: in questo senso il vostro contributo aiuta molto a far sentire la voce dell’asilo, perchè oltre a garantire un servizio importante, comunicherà l’attenzione dell’amministrazione verso i propri dipendenti”.

“Abbiamo fatto scelte importanti sulla parità di genere – ha aggiunto il Magnifico – Gli studenti e le studentesse sono molto attenti su questo tema: la settimana scorsa erano in quasi 400 collegati ad un convegno sull’argomento. Non credo bastino figure o comitati. Questioni come la parità di genere richiedono un cammino lungo, non bisogna mai essere trionfalisti. L’educazione è fondamentale per questo: concordo con voi”.

“Grazie per aver creato questa connessione con il nostro ateneo che da tempo ha intrapreso un cammino su questo tema – ha rimarcato Ester Cois, delegata del Rettore sull’uguaglianza di genere – Oggi sono particolarmente contenta perché il mio primo lavoro è stato insegnante di scuola materna e il mio primo lavoro da ricercatrice verteva su questo argomento. Il cambiamento culturale è l’unica chiave: è utile che ci siano organismi attenti, ma al tempo stesso occorre insistere sul cambiamento culturale in atto che deve essere presidiato con costanza. L’asilo nido compendia le varie funzioni dell’Ateneo, perché è luogo di formazione, ma anche di lavoro, e come tale sconta l’asimmetria di genere”.

“Non è solo una questione di cura – ha concluso la prof.ssa – Ma è un diritto dei bambini e delle bambine poter avere personale appositamente formato in grado di condurli in questo percorso che deve essere più precoce possibile. Speriamo che la vostra proposta possa essere un esempio anche per altri”.