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L’ex biblioteca comunale di Pirri è stata occupata da tre famiglie di senzatetto. Al posto dei libri troviamo rudimentali giacigli per gli occupanti e tra essi anche due bambini. Torna ora d’attualità, attraverso una nuova storia toccante, il problema della crisi abitativa a Cagliari. E, si auspica, delle possibili soluzioni. Esiste per davvero la possibilità, per i senzatetto cagliaritani, di trovare una sistemazione definitiva?
A questa domanda rivolta dal nostro cronista Sergio Atzeni, ha risposto positivamente l’assessore regionale dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, a una delegazione del “Movimento di lotta per la Casa Casteddu” proprio oggi, davanti al palazzo della Regione di viale Trento. Nel frattempo, mentre l’esponente regionale per la crisi abitativa ha sottolineato che, “non essendoci abitazioni disponibili nel capoluogo potrebbe essere possibile che la legge sulla casa permetta di reperirle in zone vicine”, c’è chi la casa se la crea, occupando edifici pubblici.
Domenica scorsa infatti, un drappello di senzatetto, composto da giovanissimi cagliaritani, si è introdotto nelle stanze un tempo usate per consultare libri e riviste nell’ex biblioteca di via Dei Partigiani a Pirri. E’ come se avessero seguito, pur senza autorizzazione, l’idea politica allo studio di Manichedda.
Così nello stabile comunale posto di fronte alla Chiesa de Is Bingias, non sventola più il tricolore, bensì diversi striscioni. Ad appenderli sulle ringhiere, persone con un notevole bagaglio di problemi. Meritevoli di assistenza. Le abbiamo intervistate.
Tra gli occupanti c’è Sara Stazzu, mamma di una bimba di sei anni. Con lei, Myriam Masala che teneva in braccio la sua bimba di 20 mesi. Davanti ai giornalisti convocati stamani per spiegare i motivi di questa loro condotta esasperata, chiedono “al Comune di poter vivere nella biblioteca, oppure in una casa albergo”. “Sappiamo – aggiungono – che nella casa comunale di via Tiepolo ci sono 18 stanze libere”. È dello stesso avviso il consigliere comunale Marisa Depau, giunto sul posto, per esprimere solidarietà agli occupanti. “Sara – afferma la Depau – ancora sabato scorso dormiva in auto con il suo compagno e durante la notte portava la sua piccola bimba a casa dei nonni per farla riposare bene. Ma e da anni che attende un alloggio. Ed è stanca di aspettare”. Ora, da questa loro dimora d’emergenza, giurano gli occupanti “non andremo via facilmente. Abbiamo bisogno disperato di una casa”.
La loro è una storia che si ripete, non solo a Cagliari dove da un lato c’è la carenza degli alloggi e dall’altro l’occupazione abusiva di edifici pubblici inutilizzati. Una condotta che comporta i suoi rischi e ovvie conseguenze per quanti la attuano occupando.
“Abbiamo portato a questa famiglia dei viveri e a breve avranno letti e coperte” ha detto Frau Maria Bonaria nota Bonny, alla guida dell’associazione Angeli di Roberto. “Noi volontari del soccorso aiutiamo spesso le persone in difficoltà e a Cagliari, tra chi occupa o dorme sotto un ponte, la crisi esiste eccome. Chi di competenza – conclude la volontaria – dovrebbe farsi carico e risolvere questa situazione, non solo con le parole, bensì con i fatti”.
Marcello Polastri