I palazzi della politica regionale si aprano alle istanze dei sardi

Ottavio Sanna, presidente dell’Acli Sardegna, denuncia quanto la gente sia davvero inascoltata dai nostri politici


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È bene che la politica regionale, e la giunta in particolare, si ricordi che ha il dovere di amministrare la Sardegna e i sardi. Lo si fa bene se si ascoltano i cittadini e le associazioni di categoria che li rappresentano, uscendo dal chiuso dei palazzi che sono ogni giorno più lontani dalla gente. Oggi è stata la Coldiretti Impresa Pesca Sardegna a chiedere un incontro con l’assessore all’Agricoltura, Oscar Cherchi, che ha “escluso gli operatori del settore” pesca e acquacoltura “da un incontro tecnico che aveva come oggetto il rinnovo delle concessioni demaniali marittime”. I lavoratori del comparto vanno coinvolti nelle decisioni che determineranno il futuro e le sorti di diverse attività economiche di pesca e acquacoltura. Il mese scorso, come Acli della Sardegna, abbiamo chiesto all’assessore alla Programmazione e Bilancio, Alessandra Zedda, che il mondo del Terzo settore fosse coinvolto nella stesura della Finanziaria 2014: non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta. Con 400mila sardi che vivono in condizione di povertà relativa, la Regione non può fare a meno di sentire le organizzazioni che ogni giorno si confrontano con le persone più bisognose e con le famiglie colpite da drammatici disagi economici e sociali. Alle parole devono seguire i fatti, perciò è inaccettabile che gli stanziamenti per le Politiche sociali siano ancora fermi e l’assessorato della Zedda non abbia dato il via libera per i pagamenti. La politica ha il dovere morale di essere inclusiva e non esclusiva di nessuno, altrimenti diventa un’altra cosa, che niente ha a che vedere con la gestione del bene comune.

Ottavio Sanna

Presidente Acli Sardegna


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