I nuovi corsi sardi per operatori sanitari? “Sono già a rischio”

Il caso in Consiglio regionale


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“Tre delibere (due emanate e una in cantiere) in meno di un mese modificano i requisiti che devono possedere gli enti formativi che organizzano i corsi Oss e rischiano di far saltare tutto”

È questa la denuncia di Paolo Truzzu, Consigliere regionale di FdI-An, che lancia l’allarme: “Difficilmente i corsi partiranno a febbraio, come ipotizzato in un primo momento”.

La prima delibera richiedeva determinati requisiti agli enti di formazione che si raggruppavano temporaneamente per partecipare al bando. Questi criteri sono stati abbassati in una successiva delibera e indiscrezioni dai palazzi istituzionali paventano una ulteriore delibera che renda ancora più facile la partecipazione degli enti formativi senza pregressa esperienza, che vogliano organizzare i corsi Oss.

“Appare evidente che, abbassare l’esperienza professionale in un ambito cosi delicato, non possa produrre sicuramente un miglioramento del servizio formativo”, denuncia Truzzu. Inoltre, modificare un avviso nei requisiti dei soggetti ammessi, non appare certo come un elemento di trasparenza. “Si potrebbe maliziosamente pensare – aggiunge – che la nuova delibera serva a far partecipare al bando nuove agenzie formative non sarde o università pubbliche e private, che non hanno nessuna esperienza in ambito formativo e non hanno idea del tessuto sociale del territorio, a differenza degli enti isolani”.

Per Truzzu è assolutamente da evitare “l’effetto Monte Prama”: favorire, come avvenuto per la gestione degli scavi di Cabras, aziende esterne, chissà magari provenienti dall’Emilia, facendo sì che queste superino quelle sarde nella organizzazione dei corsi.

Il rischio concreto è che i corsi Oss, tanto attesi, saltino. Cambiare in continuazione i criteri e, di conseguenza, spostare i termini di scadenza di un bando, che deve prevedere l’avvio entro il primo febbraio 2015, comporta la seria messa in discussione del rispetto dei termini e la concreta possibilità di impegnare tali risorse, che essendo somme a finanziamento Por devono essere spese necessariamente entro il 2015.

“Non è che questi fondi ci sono solo sulla carta, ma non di fatto e si cerca proprio di evitare pretestuosamente agli enti il rispetto dei termini?”, si chiede a questo punto Truzzu. “Ma, cosa ancora più grave, non è che si vogliono far entrare dalla finestra quelle aziende formative escluse in un primo momento, ma che hanno la fortuna di far capo a potenti sponsor che a loro volta sono notoriamente vicini a importanti ambienti politici isolani e nazionali?”

Su un tema così delicato dovrebbero arrivare risposte e segnali di chiarezza dalla politica. Bisogna tenere presente che le scelte che si stanno facendo avranno conseguenze dirette, da un lato, sul numero delle persone che si andranno a formare e sul fabbisogno delle realtà socio-sanitarie sarde e, dall’altro, su chi lavora negli enti di formazione isolani già qualificati e pronti a far partire i nuovi corsi Oss.

“Cui prodest?2, si chiede quindi Truzzu. “Invitiamo pertanto il Presidente e l’Assessore a non tergiversare e ad andare avanti sulla strada già tracciata, rinunciando ad approvare nuove delibere che rischiano di creare una cannibalizzazione delle aziende formative sarde, un concreto rischio di colonizzazione da parte dei soliti noti continentali e nella peggiore delle ipotesi l’impossibilità per tanti giovani sardi di poter affrontare una nuova esperienza professionale”, conclude il Consigliere di FdI.


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