I forestali sardi sul piede di guerra: “Visite mediche improvvisate o in ritardo, la nostra salute a rischio”

Da ospedali “di ottimo livello” a ditte private che hanno portato a un “crescente degrado”. Gli oltre mille forestali pronti alla battaglia, sos alla Procura: “Lavoriamo in estate con 40 gradi, basta con visite parziali, c’è chi lotta contro gli incendi senza aver fatto esami fondamentali e chi è dovuto restare in ufficio. Uno sfregio per la salute e la sicurezza di tutti”

I forestali sardi sono sul piede di guerra, e il tema è clamorosamente quello della sanità. Visite a metà, l’anno scorso, o fatte ancora oggi non più in ospedale ma da privati. È molto lunga la lista delle criticità snocciolate dal Saf, il sindacato autonomo dei forestali della Sardegna. C’è una lettera, di fuoco, spedita allo Spresal, all’ispettorato del lavoro, alla Procura, al presidente della Giunta sarda Michele Pais, al direttore generale del personale della Regione e al comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. I rappresentanti per la sicurezza Sergio Talloru, Marcello Cucca, Ponziano Contini e Aldo Cadoni scoperchiano un’emergenza che sembra essere molto ma molto grossa. I forestali, che si occupano anche di pubblica sicurezza, protezione civile, soccorsi vari e che, soprattutto, sono abilitati all’uso delle armi e aiutano in caso di incendi, ricordano in premessa che “l’età media del personale è molto vicina ai 60 anni. Una situazione che, quindi, richiederebbe particolare attenzione ed un monitoraggio costante ma anche grande scrupolo nell’applicazione delle norme vigenti sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, che in questo caso hanno evidenti implicazioni sulla qualità dei servizi ed in questo periodo dell’anno sulla lotta agli incendi. Abbiamo assistito nel corso degli anni ad un continuo peggioramento della qualità delle visite mediche che affidate in passato a strutture pubbliche di ottimo livello”, quali “il Brotzu e le Ferrovie dello Stato” a, “probabilmente alla ricerca di costi inferiori o semplicemente per percorrere strade amministrative facilitate,” un cambio netto: “C’è stato un affidamento tramite appalti al ribasso a ditte private anche esterne alla Sardegna, che in subappalto hanno affidato a loro volta a ditte locali. Elementi che hanno portato ad un crescente degrado, non solo organizzativo, dovuto probabilmente al sistema dei subappalti che spesso hanno prodotto servizi con locali e strumenti improvvisati, per l’occasione, ed enormi ritardi che hanno di fatto negli ultimi anni completamente ingessato la struttura. La mancanza della certificazione di idoneità prevista, nei tempi prescritti dal protocollo sanitario, ha costretto infatti l’amministrazione in questi anni a limitare in piena campagna antincendio l’attività di decine o forse centinaia di appartenenti al Corpo Forestale alla sola presenza in ufficio”.
Stando al sindacato, quindi, forze in campo nettamente minori a causa di una qualità, peggiore, delle visite mediche: “Non sono stati pochi i casi nei quali, di fronte alle gravi emergenze affrontate, il personale, nei vari livelli di responsabilità, si è trovato nella situazione di scegliere se mettere a rischio la propria salute e quella dei propri colleghi, con relative gravi responsabilità penali in caso di incidente, o incorrere nella frustrazione di un’omissione morale di non intervenire a salvaguardia delle popolazioni sugli incendi solo per una inaccettabile burocrazia interna alla amministrazione regionale. Si è verificato, inoltre, lo scorso anno, probabilmente per cercare di limitare i danni di una gestione disastrosa, che la scadenza delle visite mediche per il personale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale è stata prorogata di un mese, con una procedura quantomeno anomala, facendo semplicemente riferimento ad una circolare interna dei Vigili del fuoco”. Per il Saf “decine, forse centinaia di colleghi sono stati mandati sul fronte del fuoco con la propria visita medica scaduta sulla base di disposizioni riferite al personale di un’altra amministrazione che non ha nulla a che vedere con il nostro documento di valutazione dei rischi e il nostro protocollo sanitario. Questioni fondamentali delle quali i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza non sono stati minimamente coinvolti o consultati, nemmeno quando il documento di valutazione dei rischi è stato modificato in modo unilaterale dall’amministrazione senza che sia venuta nessuna sottoscrizione con i rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori. Lo scorso anno ci sono state condizioni climatiche estreme ed incendi devastanti che hanno imposto al personale di operare con temperature superiori ai 40 gradi. In quella circostanza, probabilmente per limitare i tempi delle visite mediche che si erano protratti per tutta l’estate 2021, sono state rilasciate idoneità alla lotta attiva agli incendi avendo effettuato soltanto parzialmente le visite e gli esami e rimandando ad una data successiva al rilascio della certificazione, con nel frattempo il personale impegnato in piena campagna antincendio, le restanti fondamentali visite previste dal protocollo sanitario come l’elettrocardiogramma e la visita cardiologica”. In pratica, nel pieno del grande sforzo organizzativo per contenere i gravi eventi del Montiferru e degli innumerevoli roghi dell’estate 2021, sarebbero state rilasciate “idoneità che non tenevano conto di esami fondamentali, rimandati, per una disorganizzazione che si sta ripetendo nella stessa identica forma quest’anno, anche di un mese. Registriamo che ad oggi, abbondantemente iniziata la campagna antincendio 2022, alcuni direttori dei servizi territoriali del  Corpo forestale, loro malgrado, hanno dovuto disporre anche quest’anno che il proprio personale non in possesso del certificato di idoneità si limiti al solo servizio d’ufficio”. Una situazione che va avanti, quindi, e che porta il sindacato a chiedere un cambio di rotta. Anche perché così “si mette a rischio la salute dei lavoratori”, viene limitata “l’efficienza della nostra amministrazione in un momento di grande importanza per la tutela dell’ambiente, dei beni economici e delle persone. Uno sfregio per la salute e la sicurezza degli appartenenti al Corpo forestale, per i cittadini e per l’ambiente naturale della Sardegna”. Da qui la lettera, spedita anche alla procura di Cagliari: “Le autorità e gli organi di controllo intervengano per accertare eventuali irregolarità e fare in modo che con i necessari provvedimenti siano create da subito e per il futuro le condizioni per le quali questa inaccettabile situazione non debba più verificarsi”.


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