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Giovani medici sardi sul piede di guerra. La motivazione? L’assessorato alla sanità, lo scorso 24 aprile, di concerto con le maggiori sigle sindacali di categoria ha definito “nuovi” criteri di assegnazione per il conferimento di incarichi provvisori delle guardie mediche, che secondo il S.I.G.C. di Cagliari andrebbero in netto contrasto con la normativa vigente.
“La ratio di tale accordo Regione-Sindacati – scrive in una nota il direttivo – si basa sull’applicazione, a nostro parere erronea, dei commi 4, 5 e 6 dell’Art. 70 dell’ACN (Accordo Collettivo Nazionale) 2009, prevedendo un incremento del monte orario settimanale dei medici titolari da 24 a 38 ore. In tal modo si assisterebbe – ed in alcune ASL si sta già verificando – ad una corposa riduzione degli incarichi trimestrali presso le sedi vacanti, che rappresentano la principale e spesso unica fonte di reddito per i giovani medici precari della nostra Regione, in particolare per i Medici neo-abilitati (in attesa di concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione) e per i neo-specialisti (in attesa di una stabilizzazione lavorativa in strutture pubbliche o private.
l SIGM Cagliari ha lanciato un sondaggio on-line al fine di informare e coinvolgere tutti i colleghi penalizzati dall’accordo, raggiungendo in pochi giorni circa 200 adesioni.
“A prescindere dalla corretta applicazione della norma, -continua il direttivo- manifestiamo il nostro stato di agitazione per un accordo inaccettabile dal punto di vista deontologico e morale, che avvantaggia una parte della categoria medica già tutelata e con una stabile occupazione a scapito dei giovani medici precari, creando disoccupazione laddove non ce ne dovrebbe essere”.
Il S.I.G.M. di Cagliari, chiede quindi l’urgente intervento dell’Assessorato alla Sanità e degli Ordini Regionali, al fine di tutelare il diritto al lavoro dei Giovani Medici Sardi, già penalizzati dall’attuale crisi occupazionale e dal dimezzamento dei contratti Ministeriali di formazione specialistica, finanziati per il prossimo concorso di accesso alle Scuole di Specializzazione.
Federica Melis