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Mercoledì 15 luglio alle 21 (fuori abbonamento), per la Stagione lirica e di balletto 2015 del
Teatro Lirico di Cagliari, va in scena, in un’unica, imperdibile, serata, il raffinato spettacolo “Life
in Progress”, che vede esibirsi, in una tappa della sua tournée mondiale, l’étoile internazionale
Sylvie Guillem e con il quale la grande ballerina francese dà l’addio alla danza.
Quattro le coreografie proposte: la prima, la surreale technê di Akram Khan, è un assolo della
Guillem, che ritrae un’improbabile ed avveniristica relazione sentimentale-tecnologica fra una
donna e un dispositivo girevole e semovente, montato su un’asta al centro della scena; in DUO2015
di William Forsythe, invece, viene presentata la superba interpretazione maschile di Brigel Gjoka
e Riley Watts; nella terza coreografia l’étoile si esibisce con Emanuela Montanari nel suggestivo e
sofisticato Here & After di Russell Maliphant; per l’ultima, toccante, creazione presentata, Bye di
Mats Ek, ritorna Sylvie Guillem in assolo e, simbolicamente, chiude la serata.
«Il mio primo inchino, 39 anni fa, è stato uno scivolone senza controllo … alla Scuola di Balletto
dell’Opéra di Parigi, gli studenti (soprannominati “topini”) dovevano inchinarsi ai ballerini
professionisti e agli insegnanti in segno di rispetto.
I ballerini sembravano essere freddi e distaccati, ogni volta che eravamo di corsa apparivano dal
nulla e dovevamo fermarci per fare l’inchino, scivolando. Il pavimento vecchio, tirato a cera e reso
sempre più liscio dall’usura, rendevano questo compito piuttosto pericoloso.
A tutta velocità cercavamo di tenere l’inchino per almeno mezzo secondo: una genuflessione con le
braccia tese verso il basso a forma di V, palmi verso il basso, piede puntato dietro la gamba
d’appoggio. Fatto questo, di corsa alla classe successiva. Questi traballanti segni di rispetto erano
tutt’altro che piacevoli, ma per noi era una “missione compiuta”!
Dopo 39 anni di attività, ho deciso di fare il mio ultimo inchino. Il prossimo anno, il 2015, sarà
l’anno del mio ultimo tour, con un nuovo progetto darò l’addio con gratitudine e con un bel carico
di emozioni. Danzerò due nuove creazioni di Akram Khan e Russell Maliphant, e brani di
repertorio di Mats Ek e William Forsythe.
Ho amato ogni momento di questi 39 anni, e oggi è ancora così. Quindi, perché fermarsi? Molto
semplicemente perché voglio chiudere la mia carriera mentre sono ancora felice di fare ciò che
faccio con orgoglio e passione.
Inoltre… ho un amico, un agente segreto, a cui ho dato “licenza di uccidere” nel caso provassi a
danzare più del dovuto! E sinceramente, vorrei risparmiargli questo compito.
Ho iniziato scivolando per fare un inchino, è stato un viaggio entusiasmante, e ora sto per
cambiare direzione. Una ‘vita in corso’. La mia.» (Sylvie Guillem)
Prezzi biglietti: platea da € 70,00 a € 45,00 (settore giallo), da € 55,00 a € 35,00 (settore rosso), da
€ 40,00 a € 25,00 (settore blu); I loggia da € 50,00 a € 30,00 (settore giallo), da € 40,00 a € 25,00
(settore rosso), da € 35,00 a € 20,00 (settore blu); II loggia da € 30,00 a € 20,00 (settore giallo), da
€ 20,00 a € 15,00 (settore rosso), da € 15,00 a € 10,00 (settore blu).
La Biglietteria del Teatro Lirico è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, il
sabato dalle 9 alle 13. Rimane chiusa la domenica e i giorni festivi.
Per informazioni: Biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, telefono
www.teatroliricodicagliari.it. Il Teatro Lirico di Cagliari si può seguire anche su Facebook, Twitter,
YouTube. Biglietteria online: www.vivaticket.it
Sylvie Guillem (scheda di John Percival) – Doti fisiche eccezionali caratterizzano gli inizi della
carriera di Sylvie Guillem, ma è stato il teatro ad averla sedotta e a farne la grande étoile della sua
generazione. Nata a Parigi, ha iniziato come ginnasta con, forse, ambizioni olimpiche; a 11 anni,
dopo aver frequentato un corso di perfezionamento alla scuola del Ballet de l’Opéra de Paris, ha
cambiato idea e ha abbandonato la ginnastica per la danza. Gli insegnanti della scuola di danza
l’hanno accolta con piacere, colpiti dal suo fisico straordinario, dal suo piede stupefacente, dal suo
salto eccezionale e, allo stesso tempo, dalla sua intelligenza e determinazione. Già da studentessa,
ha attirato l’attenzione in occasione delle varie rappresentazioni scolastiche dei balletti di David
Lichine, Albert Aveline e Attilio Labis. Entrata a far parte del corpo di ballo del Ballet de l’Opéra
de Paris all’età di 16 anni, ha velocemente scalato la gerarchia vincendo i vari concorsi annuali.
Rudolf Nureyev, all’epoca direttore artistico del Ballet de l’Opéra de Paris, le ha assegnato un
piccolo ruolo nella sua prima produzione con la Compagnia, Raymonda, prima di una lunga serie di
produzioni con lo scopo di diversificare il repertorio. La tecnica leggiadra e veloce di Sylvie
Guillem e il suo talento come ballerina si sono rivelati a pieno nell’assolo de “Le Ombre” e nella
scena della visione in La Bayadère e nella sua interpretazione di Divertimento N. 15 di Balanchine.
E, ancora più degno di nota, ha eclissato tutti in No Man’s Land di Rudi van Dantzig, dove il suo
senso drammatico le ha permesso di creare un ritratto molto convincente di tensione e delicatezza,
di angoscia e di determinazione. Nel dicembre 1984, a 19 anni (e cinque giorni dopo essere stata
nominata prima ballerina), Nureyev la nomina étoile salendo in palcoscenico alla fine del suo primo
Lago dei cigni e dando pubblicamente l’annuncio. Negli anni successivi numerosi coreografi ospiti
le hanno dedicato le loro creazioni. Ha iniziato William Forsythe con France Danse e,
successivamente, con il ruolo principale di In the Middle, Somewhat Elevated. Maurice Béjart ha
creato per lei Mouvements Rythmes Etudes e Arépo, Karole Armitage GV10 e Jerome Robbins ha
scelto di montare all’Opéra de Paris il suo In Memory of… proprio per lei. Una tappa molto
importante nella sua carriera è la creazione del balletto minimalista Le Martyre de St Sébastien di
Robert Wilson. Ha interpretato dei ruoli principali nel programma Antony Tudor, in Song of the
Earth di MacMillan e in altre coreografie di Balanchine, Béjart e Lifar. Allo stesso tempo, ha
interpretato tutti i ruoli principali del repertorio classico: Nureyev ha particolarmente amato la sua
interpretazione di Don Chisciotte («è come lo champagne», disse) e, nel 1986, ha creato
appositamente per lei il ruolo di Cenerentola nell’omonimo balletto a Hollywood. A causa di un
problema amministrativo con l’Opéra (il suo contratto non le permetteva di accettare degli inviti
all’estero), nel 1988 Sylvie Guillem ha lasciato la Compagnia per trasferirsi a Londra con un
contratto come “étoile ospite” al Royal Ballet. Con questa Compagnia ha interpretato – oltre ai
grandi classici – Birthday Offering, Cenerentola, Marguerite et Armand (prima ballerina ad
interpretare tale ruolo dopo Margot Fonteyn) e A Month in the Country di Ashton, Romeo e
Giulietta, Manon, Il Principe delle Pagode e Winter Dreams di MacMillan; senza dimenticare The
Concert di Robbins. Il suo desiderio di allargare gli orizzonti della Compagnia ha spinto il Royal
Ballet a produrre nuovi balletti, tra i quali: Carmen di Mats Ek, Herman Schmerman, Steptext e
Firsttext di Forsythe. Inoltre, numerosi “pezzi di bravura” sono stati presentati proprio per mettere
in risalto tutte le qualità di Sylvie Guillem, tra questi: Other Dances di Robbins, La Luna di Béjart,
e il Grand Pas Classique di Victor Gsovsky al quale è riuscita ad aggiungere un inaspettato tocco
ironico. Grazie ai suoi numerosi viaggi in tutto il mondo che le hanno permesso di esibirsi in
prestigiosi teatri (incluse alcune rappresentazioni come étoile ospite dell’Opéra de Paris), ha avuto
la possibilità di ampliare il suo repertorio, includendo La Fontana di Bakchisarai di Rostislav
Zakharov con il Kirov Ballet (scegliendo di interpretare il ruolo della moglie violenta Zarema e non
della principessa romantica) e Fall River Legend di Agnes de Mille con l’American Ballet Theatre.
Béjart ha creato altri tre balletti per lei (tra i quali Sissi Impératrice sull’eccentricità
dell’Imperatrice austro-ungarica Elisabetta) e le ha fatto interpretare due ruoli principali in due
delle sue coreografie più famose: Boléro e Sagra della Primavera. Mats Ek ha creato per lei due
balletti che sono stati ripresi dalla televisione inglese e da quella francese: Wet Woman e Smoke. La
collaborazione con la regista Françoise Va Han ha dato vita a una serie di documentari sulla sua
carriera, includendo una serie di improvvisazioni e un particolare assolo, Blue Yellow,
commissionato dal coreografo indipendente inglese Jonathan Burrows. L’interesse di Sylvie
Guillem per la coreografia moderna l’ha spinta a mettere in scena due assoli della pioniera
dell’espressionismo tedesco Mary Wigman – Summer Dance e The Witch’s Dance – che ha poi
interpretato in un programma sperimentale all’Aia nel 1998. In quello stesso anno, si è lasciata
convincere da Jorma Uotinen, Direttore del Finnish National Ballet, a creare e a mettere in scena
una sua versione del classico Giselle, con lo scopo – dice la Guillem – «di recuperare la logica del
racconto e di inserirlo in un’ambientazione più plausibile». Il risultato di questo lavoro, un balletto
molto interessante, è stato interpretato dalla Compagnia finlandese a Helsinki e a Parigi, per poi
essere presentato anche dal Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, a Milano, alla Metropolitan Opera
House di New York, al Covent Garden di Londra, a Los Angeles e in alcune tournée in Italia e in
Spagna. Dal dicembre 2003 Sylvie Guillem ha spostato il suo interesse dal balletto classico alla
coreografia moderna. Le sue attività attuali sono iniziate in quel periodo, collaborando con i
ballerini Michael Nunn e William Trevitt e con il coreografo Russell Maliphant per una creazione,
intitolata poi Broken Fall, che ha debuttato al Covent Garden in un programma con il Royal Ballet.
Ciò ha portato a un programma Maliphant che comprende un assolo rielaborato per lei; questo
programma è stato presentato per due stagioni al Sadler’s Wells, ma anche in Francia, Giappone,
Italia, Svizzera e Germania. Dopo tale esperienza, Sylvie Guillem e Russell Maliphant hanno
deciso di continuare la loro collaborazione per un secondo programma Maliphant, PUSH, con un
nuovo assolo per la Guillem e un passo a due per lei e Maliphant. Questo programma è stato
presentato per la prima volta nell’aprile 2005 al Sadler’s Wells di Londra e, in seguito, in tournée
internazionali. A PUSH è seguito, nel 2006, Sacred Monsters, una nuova collaborazione con
Akram Khan, che ha debuttato al Sadler’s Wells, ed è stata presentata in Europa, negli Stati Uniti,
in Asia e in Australia. Nel 2009 Sylvie Guillem ha collaborato con Russell Maliphant e Robert
Lepage per Eonnagata. Nel 2011, Guillem ha ideato un programma in tributo a tre dei maggiori
coreografi dei nostri giorni: Mats Ek, William Forsythe e Jiři Kylián – per la prima volta le loro
creazioni hanno fatto parte di uno stesso programma. Il titolo, 6000 miles away, è un omaggio alla
popolazione del Giappone, dove Sylvie Guillem si è esibita, ogni anno, negli ultimi 30 anni, e che
ha sofferto gli effetti devastanti dello Tsunami, mentre lei era in prova a Londra. Nel 2012, Guillem
è stata insignita del “Leone d’oro” da parte della Biennale di Venezia. Nel mondo della danza, solo
i coreografi William Forsythe e Carolyn Carlson hanno ricevuto un tale riconoscimento. E nel 2015
ha ricevuto un Premio speciale agli Olivier Awards in riconoscimento della sua carriera. E poi, che
altro ancora – ma è impossibile credere che il mondo della danza non riceva un nuovo impulso dalla
grande e unica (e pluri-decorata – Cavaliere della Legion d’onore, Ufficiale dell’Ordine Nazionale
del Merito, Ufficiale delle Arti e delle Lettere e, in Gran Bretagna, Commendatore Onorario
dell’Ordine dell’Impero Britannico) Sylvie Guillem.