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Un eventuale nuovo governo deve essere “di svolta, di legislatura” altrimenti meglio andare alle elezioni. In vista delle consultazioni al Quirinale, Nicola Zingaretti detta la linea nella Direzione Pd che oggi ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno con cui si dà mandato al segretario per trattare con i Cinque Stelle e verificare se sussista la possibilità di una nuova maggioranza. Ad alcune condizioni.
Le cinque condizioni di Zingaretti
Cinque i punti cardine del programma che il governatore del Lazio ritiene imprescindibili e che dovranno essere la base per un patto con i grillini: appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”.
“Verificheremo alla luce del sole queste condizioni – assicura Zingaretti – che, se non si realizzeranno, porteranno il Paese a elezioni anticipate”.
“Governo di discontinuità”
“Non credo affatto che la soluzione possa essere quella di un governo di transizione, che porti al voto – ha detto Zingaretti in direzione -. E’ un’ipotesi non solo rischiosa per i Democratici ma un danno l’Italia. Ora tocca a noi muoverci e provare a indicare una strada”. La strada del segretario è appunto un esecutivo di lunga durata. “Di fronte alla situazione drammatica del Paese, abbiamo il dovere come forza democratica di dare disponibilità e verificare se esiste la possibilità di dare vita a una maggioranza parlamentare nuova, forte, di discontinuità e di larga base parlamentare che convinca le persone delle nostre ragioni. La nostra proposta deve essere chiara, lineare trasparente per evitare a tutti coloro che tenteranno questo esperimento l’accusa di trasformismo. No a una confusa ammucchiata”. Niente “accordicchi sotto banco – assicura – ma una trattativa “alla luce del sole”, che parta innanzitutto dalla legge di Bilancio.
“Tutto il Pd unito si è ritrovato in questa posizione”, chiude soddisfatto, compiacendosi della ritrovata coesione del partito: una sintesi tra le posizioni dell’ala renziana, da subito favorevole a un governo istituzionale, e il partito delle ‘urne subito’. “Noi siamo pronti per riferire al presidente Mattarella la nostra piena disponibilità a verificare le condizioni di un governo di svolta utile al paese”.
Dal nostro giornale partner Quotidiano.Net