Clamoroso dietrofront del governo sulla pelle degli alluvionati sardi: dopo il disastroso ciclone Cleopatra che il 18 novembre ha devastato l’Isola, lo Stato aveva sospeso il pagamento dei tributi, gesto doveroso per aiutare i cittadini, le famiglie, le imprese che si sono trovati da un momento all’altro senza più nulla, con la vita divorata da acqua e fango. Poco fa, la doccia fredda, anzi un vero e proprio tsunami: “gli adempimenti e i versamenti tributari sospesi nei territori della Sardegna colpiti dall’alluvione devono essere effettuati entro il 27 dicembre 2013”. Firmato: Ministero dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che fa pure il favore di far sapere ai sardi che non saranno applicati interessi e sanzioni su quanto era dovuto a novembre e invece dovrà essere versato a dicembre, come se in un mese possa cambiare qualcosa in quel disastro.
Trasversale l’indignata levata di scudi dall’Isola: il governatore Cappellacci dice che “è un termine assurdo visto che è trascorso appena un mese e il governo deve ancora assolvere al proprio compito e mantenere gli impegni assunti”. Tradotto: il governo deve farci arrivare i soldi promessi che proprio non si sono mai visti invece che pretendere pagamenti. Il segretario regionale del Pd Silvio Lai spera in un errore, in una svista “dovuta al sovraccarico di lavoro per la legge di stabilità” quindi si aspetta “un’immediata correzione”. Indignata Rete imprese Sardegna che boccia il decreto come “assurdo” e invita i parlamentari sardi a votare contro la legge di stabilità se non sarà corretta. In serata però da fonti governative sono arrivate rassicurazioni: nuova contro retromarcia, la sospensione dei tributi arriverà. Anzi è assicurata. Ma a questo punto, non tutti si fidano.