Giuseppe di Villamar: “Il mio caro papà Armando morto in ospedale: medici e infermieri, abbiate più amore per i pazienti”

Giuseppe di Villamar, che ha appena perso il suo amato papà Armando: “Vorrei fare un appello a chi lavora nelle strutture private, negli ospedali ecc . Chi sceglie di studiare la professione di medico o infermiere lo deve fare con passione e con amore. Perché chi entra negli ospedali con la demenza, o con l’Alzheimer e con tante altre malattie a volte si sente smarrito, impaurito e molte volte aggressivo. Ma bisogna trattarli con amore”


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di Giuseppe Sardu, Villamar

Sono un ragazzo che aveva un padre, Armando, che soffriva di demenza senile ed è deceduto pochi giorni fa, a causa di una caduta durante la quale si è rotto il femore. Ma visto la sua età avanzata (aveva 88 anni) con tante patologie e il rischio dell’intervento era alto e così purtroppo è stato. L’intervento è andato bene ma dopo 24 ore il suo cuore ha ceduto. Ma vorrei fare un appello a chi lavora nelle strutture private, negli ospedali ecc . Chi sceglie di studiare la professione di medico o infermiere lo deve fare con passione con amore. Perché chi entra negli ospedali con la demenza, o con l’Alzheimer e con tante altre malattie a volte si sente smarrito, impaurito e molte volte aggressivo. Ma bisogna trattarli con amore. Io questo l’ho vissuto con mio padre nell’ospedale dove è morto: per quasi otto giorno nel reparto di ortopedia, e molte infermiere devono imparare che per quel lavoro ci vuole amore con i pazienti. Un giorno ci potranno essere vostri padri o vostre madri con lo stesso problema. Noi figli abbiamo amato nostro padre sino all’ultimo respiro, sano e malato, calmo e aggressivo, tra virgolette. Aggressivo lo è stato solo in ospedale ma lo abbiamo presso con amore pure lì. Tante infermiere svolgono il proprio compito con amore, e come tali dovrebbero esserlo per tutti.


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