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“Io penso che i giovani non contano nulla in questa società di anziani dove la priorità è data ai rifiuti, alle piste ciclabili e alle rotonde, non comprendendo che loro sono il nostro futuro e se non interveniamo nei prossimi anni loro diventeranno, fondamentalmente, una classe operativa e dirigente non formatta adeguatamente. Quindi bisogna metterli al centro delle politiche giovani”: rispondeva così Luca Pisano nel 2021 nell’intervista del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu, una delle tante dedicate alla tematica che oggi si ripresenta prepotentemente più che mai. La cronaca è macchiata del sangue di Fabio Piga, quello versato due notti fa in un pub in centro città, a essere sospettato per l’omicidio è un giovanissimo di 19 anni.
“I giovani che oggi usano il coltello per risolvere con un atto violento ciò che la mente non è più in grado di digerire – l’offesa percepita – non sono solamente lo specchio del disfunzionamento psichico dei loro genitori. Certamente il comportamento del padre e della madre influenza quello dei loro figli. Ma anche altri fattori (droghe, disturbi di personalità, esposizione a contenuti digitali inadeguati come YouTuber, videogame, serie tv, musica trap/drill) possono concorrere alla spiegazione di un crimine” ha espresso ieri Pisano.
“Ma poi ci sono le responsabilità delle Istituzioni.
Perché i Sindaci della città metropolitana di Cagliari non hanno seguito le indicazioni per prevenire e contrastare il disagio giovanile, contenute nella Carta di Piazza Yenne e nel report di ricerca della R.A.S sulle subculture giovanili nella città metropolitana di Cagliari?”. Da almeno 7 anni è stato lanciato l’allarme da chi lavora con i giovani, da chi si occupa di osservare ciò che accade nel loro mondo, nel loro linguaggio che, spesso, non è fatto di parole ma di silenzi e rabbia che si trasformano in atti violenti. “Io penso che 15, 20, 30 e anche 40 anni fa il gaggio o il nenno, come viene chiamato oggi, erano figure fondamentalmente disprezzate dai più, potevano essere in qualche momento temute, forse ammirate. Ma nella sostanza disprezzate. C’è stato un cambiamento culturale – esponeva Pisano nel 2021 – importante ma non solo per i ragazzini problematici ma per tutti quelli della città metropolitana perché incarnano il ruolo di quello forte, di quello che si impone sugli altri, di quello figo perché beve e si fa di canne ed è quello di successo perché picchia ed è visibile dalle ragazzine. Quindi il nenno, il gaggio sono diventati dei valori proprio perché nella sostanza rappresentano il ragazzino di successo che riesce a farcela e a vincere sugli altri”. Un discorso attuale più che mai, insomma, un grido d’allarme inascoltato, forse sottovalutato, anche se gli episodi di risse, violenza, bullismo sono all’ordine del giorno. “Siamo rovinati se non interveniamo, la situazione negli ultimi 5 anni non è né aumentata né diminuita, nella sostanza c’è una stabilizzazione del fenomeno. Ovviamente quando siamo arancioni queste problematiche emergono molto di meno ma basta diventare gialli che nuovamente si ripresentano”.
“Le subculture giovanili. Questo è il trend. Noi dell’Osservatorio Cybercrime lo diciamo da anni – spiega Valentina Pischedda – chiediamo alle amministrazioni comunali dove sono. I programmi elettorali parlano di traffico, di cantieri, di imprenditoria femminile, soliti programmi effimeri e ripetitivi. È un disagio socio sanitario che non è di competenza della polizia, è di competenza sociosanitaria. È anni che parliamo di questo disagio, abbiamo scritto la carta di Piazza Yenne e abbiamo pubblicato una ricerca scientifica su queste devianze. Nessuno vede, nessuno ascolta”.
La Carta di Piazza Yenne è un progetto di intervento volto a prevenire e contrastare il disagio giovanile nella città metropolitana di Cagliari. Prendendo il via dai risultati delle ricerche svolte negli ultimi anni da Ifos e Osservatorio Cybercrime Sardegna, unitamente alla collaborazione dei Genitori Digitali e degli Studenti Digitali, mira a fornire una risposta al problema del bullismo, del cyberbullismo, del consumo di alcool e droghe, delle risse e della misoginia così come si configurano nello specifico contesto cagliaritano.
Una richiesta, infine, rivolta ai candidati sindaci di Cagliari: “Sono disponibili per questo mercoledì ore 21.00 (sede da voi indicata) ad un confronto pubblico per affrontare, insieme ad altri esperti e genitori, il tema della prevenzione e del contrasto al disagio giovanile?”.