Le lacrime le ha messe da parte già da tempo, Maria Grazia Carta. Suo figlio, Davide Marasco, ha perso la vita dopo essere stato ucciso il 27 maggio 2019: stava andando ad iniziare il suo turno di panettiere a Roma quando è avvenuta la tragedia. Naim Xhumari, l’investitore, risultato ubriaco in quella notte di sangue, alla fine è stato condannato, un paio di settimane fa, dal tribunale, a sette anni e due mesi di carcere. Un verdetto giudicato dalla madre di Davide, originaria della Sardegna “ancora insufficiente. A febbraio fermo una grande manifestazione a Roma per chiedere, tra l’altro, un inasprimento e un cambio della pena per chi, al volante di un’auto, uccide qualcuno”. Davide Marasco ha lasciato una moglie e un figlio, e un’intera famiglia è distrutta. Da una vita a Roma, in piena periferia, la madre della vittima è maestra e, sin dal primo momento successivo alla morte del figlio, non riesce a darsi pace. “Come tutti i giorni, anche in quella terribile alba stava andando a lavorare. È stato tremendo sapere della sua morte attraverso i messaggi di cordoglio sui social network”.
Ma, seppur provata dalla rabbia e dalla disperazione, Maria Grazia Carta ha deciso, da qualche mese, di aprire un’associazione sportiva in memore di Davide: “Si chiama Acrds Davide Marasco”. La Carta ha ricordato il bellissimo gesto fatto nella trasmissione tv di Rai 3 “Chi l’ha visto?”. “Tanti giovani dei rioni romani periferici e difficili, come Tor Bella Monaca, possono allenarsi e fare tanti sport. Nei rioni periferici, purtroppo, l’assenza delle istituzioni si fa ancora sentire”.