Servirà ancora qualche settimana per rimettere a posto tutti i tasselli e chiarire definitivamente quando è stata uccisa Francesca Deidda, la 42enne sparita a maggio da San Sperate e i cui resti sono stati ritrovati in un borsone da calcio sotto un albero, nelle campagne di San Priamo, oltre due mesi più parti, il 18 luglio. L’autopsia ha già stabilito che Francesca è stata uccisa con un colpo sulla fronte, inferto con un oggetto di circa dieci centimetri, forse il manubrio di una bici, probabilmente sul divano di casa mentre dormiva, come sembra suggerire la posizione fetale in cui è stata ritrovata.
Viste le condizioni in cui i resti sono stati trovati, serve più tempo per le analisi e servono professionisti in grado di usare le tecniche più all’avanguardia e sofisticate: i risultati si avranno fra qualche settimana, e solo allora tutti i tasselli di questa orribile vicenda andranno al loro posto.
Per quel delitto in carcere c’è l’unico sospettato, Igor Sollai, camionista, marito 43enne della vittima, che da un anno aveva una relazione con un’altra donna, a sua volta sposata e con quattro figli, come lei stessa ha confermato agli inquirenti. Lui però continua a proclamarsi innocente e a dire di non c’entrare nulla con la morte di Francesca, secondo quanto racconta accompagnata lungo la vecchia Orientale dove avrebbe sede una setta da lei frequentata ma mai trovata dagli investigatori. Che sono invece convinti della colpevolezza del marito: e non solo, perché il sospetto, come ha detto la criminologa Bruzzone consulente dei legali della famiglia di Francesca, il sospetto che qualcuno l’abbia aiutato a spostare il corpo è molto concreto.
E’ caccia al complice, dunque, mentre la famiglia aspetta di poter dare a Francesca una degna sepoltura, quando il corpo verrà restituito. Per settimane dopo la scomparsa, secondo gli inquirenti, Igor continuava a mandare messaggi per rassicurare i suoi familiari quando in realtà l’aveva già uccisa.