È ufficialmente partita la 75esima edizione del Festival di Sanremo. Un Carlo Conti visibilmente emozionato torna sul palco dell’Ariston dopo 7 anni e lo fa con la professionalità che lo contraddistingue. Questa volta, però, un pizzico di emozione in più. “Sto invecchiando”, scherza Conti. Accanto al conduttore toscano, Gerry Scotti e Antonella Clerici. Antonella conosce già bene quel palco, ed è un ritorno caratterizzato dalla consapevolezza di essere davvero fra amico. “Zio Gerry” porta la sua ironica classe: meritava di esserci. Splendido l’inizio nel ricordo del Maestro Ezio Bosso, simbolo di luce e voglia di vivere. Commovente e sentito il momento in cui i tre conduttori ma soprattutto amici hanno ascoltato insieme la voce di un quarto amico, l’indimenticabile Fabrizio Frizzi. E le lacrime sono state inevitabili.
Due i momenti topici della serata: il duetto della pace su Imagine di Noah e l’artista palestinese Mira Awad e l’esplosivo Jovanotti. Il duetto delle due cantanti è stato anticipato da un messaggio di Papa Francesco, che ha letto una lettera indirizzata a Carlo Conti: “Pensando al tuo invito, penso direttamente a tanti bambini che non possono cantare. Non possono cantare la vita e piangono e soffrono per le tante ingiustizie del mondo, per le tante guerre, le situazioni di conflitto”, ha detto il Santo Padre.
Energia contagiosa e romanticismo con Jova, per 20 minuti di divertimento e lacrime. Insieme alla super band Rockin’ 1000 Jova ha creato un mash up dei suoi brani ‘L’ombelico del mondo’, ‘Il piú grande spettacolo dopo il Big Bang’, ‘I love you baby’ e ‘A te’. Poi, grande sorpresa: sul palco arriva l’amico Gianmarco Tamberi per leggere insieme un brano del filosofo Franco Borelli, dedicato al tema del corpo. Poi Jova decide di concludere con il suo lato più romantico, cantando “Un mondo a parte”, tratto dal suo ultimo album “Il corpo umano”. Bellissimo anche il ricordo dell’attivista Sammy Basso, che Conti ha avuto accanto proprio sul palco dell’Ariston e di cui ha voluto ricordare la forza e il coraggio.
Le 29 canzoni in gara
Gaia, “Chiamo io, chiami tu”- 5
Fresca e sensuale, Gaia si conferma con il Suo stile che viene dritto dritto dal Latino America, dove sono le sue origini. Farà ballare a lungo
Francesco Gabbani, “Viva la vita”- 7
Gabbani con il suo sorriso rassicurante è sempre un piacere da vedere sul palco. Anche questa volta porta positività e un pizzico in più di poeticità rispetto alle prime partecipazioni sanremesi. Una piccola grande carezza al cuore.
Rkomi, “Il ritmo delle cose”- 6
Rkomi torna a Sanremo con un brano con tantissime parole che racconta molto di sè. Più maturo rispetto alla prima partecipazione, ma forse il brano non arriva subito e merita qualche ascolto in più.
Noemi, “Se ti innamori muori”- 7
Concentrata e graffiante come sa essere la sua voce, Noemi porta un brano sicuramente adatto a lei ma meno efficace di altre canzone che la splendida rossa romana ha portato al Festival.
Coma_Cose, “Cuoricini”- 6
L’adorabile coppia sul palco e nella vita tornano all’Ariston in versione super glamour. Questa volta scelgono un brano lontano dal romanticismo di Fiamme negli occhi e L’addio, decisi a scalare le classifiche radiofoniche e dominare sui social. Il tormentone Tik Tok è servito.
Irama, “Lentamente”- 7
Una super ballad per l’amatissimo Irama. Romantico e inteso dedica il brano ad un amore finito. Piacerà sempre di più.
Simone Cristicchi, “Quando sarai piccola”- 7
Cristicchi racconta di un argomento di un argomento delicato come la malattia di un genitore e commuove il pubblico. Sicuramente non una canzone da “canticchiare”, ma non vuole esserlo.
Marcella Bella, “Pelle diamante”- 5
Voce, mestiere e bellezza per Marcella Bella con un brano femminista e ironico ma con tratti un po’ troppo banali nel testo.
Achille Lauro, “Incoscienti giovani”- 7 e mezzo
Cambia di nuovo pelle Lauro. Mette da parte lo show e mette al centro se stesso. Più concentrato e con una ballad romantico, Lauro convince molto di più rispetto alla scorsa partecipazione. Potrebbe arrivare in alto.
Giorgia, “La cura per me”- 9
Una regina d’eleganza e bravura. Il talento di Giorgia non ha bisogno di conferme, ma la bellezza che regala ogni volta che sale su un palco resta unica da quella storica “Come saprei” del 1995. Unica.
Willie Peyote, “Grazie ma no grazie”- 7
La cifra “sociale” del Festival è nel brano di Willy, ancora una volta fuori dalle convenzioni e lontano dalla mode. Non punta alla classifica, ma a portare se stesso davanti a milioni di italiani. E ci riesce.
Rose Villain, “Fuorilegge”- 5
Splendida e sempre “giusta”, con grande presenza scenica, Rose sembra non volersi discostare dal brano di successo dello scorso anno, mixando più stili che questa volta convincono meno.
Olly, “Balorda nostalgia”- 7
La quota romantica che non ti aspetti. Il 23enne genovese ricorda un amore finito con una ballad (sì, anche lui una ballad), contemporanea con un pizzico retrò cge non guasta. Piacerà moltissimo soprattutto alle giovanissime.
Elodie, “Dimenticarsi alle 7”- 6
Ribattezzata EloDea, la cantante romana risplende sempre di luce propria. Voce e carisma non le mancano, e canta sicura senza spostarsi mai dal centro del palco. Il brano, che sarà un successo anche questa volta, risulta un po’ meno incisivo del passato “Due”. Ma si candida fra i tormentoni estivi.
Massimo Ranieri, “Tra le mani un cuore”- 6 e mezzo
Attore, cantante, conduttore, un istrione unico, proprio come la canzone di Aznavour che ha reso celebre in Italiano insieme alla versione di Renato Zero. Intenso come sempre, voce impeccabile, porta l’esperienza e la bellezza intramontabile dei sentimenti.
Tony Effe, “Damme na mano”- 4
A metà fra uno stornello e un omaggio a Califano, uno dei personaggi più discussi di questa edizione
Serena Brancale, “Anema e core”- 6
Pugliesità pura ed energia, Serena porta una ventata di allegria e sensualità. Una trasformazione notevole per Serena, che da jazzista è diventata una versione più verace di se stessa.
Brunori Sas, “L’albero delle noci”- 8
Il cantautore calabrese presenta una delle canzoni più poetiche, dedicata alla sua bambina. Racconta la paternità senza luoghi comuni. E non smentisce il suo talento.
Modà, “Non ti dimentico”- 6
I Modà tornano dopo un periodo di difficoltà del loro frontman Kekko Silvestre. Decidono di non strafare o portano loro stessi, pronti per il live di San siro di questa estate.
Clara, “Febbre”- 5
Altra probabile hit cantata molto bene. Clara vuole tornare all’Ariston con un brano che vuole essere immediato e “facile”. Ma sembra un mix di troppe cose.
Lucio Corsi, “Volevo essere un duro”- 8
Personalità e contenuto, una delle sorprese migliori di questo Festival. Delicato e rock, parla delle fragilità di ognuno di noi.
Fedez, “Battito”- 6 e mezzo
Uno dei testi più impegnativi del Festival, che parla di depressione in modo crudo e diretto, senza sconti. La canta con la giusta intensità.
Bresh, “La tana del granchio”- 7
Titolo affascinante per il giovane rapper genovese (di Lavagna) che segna il passaggio verso un genere più pop. Meno autotune sarebbe stato meglio.
Sarah Toscano, “Amarcord”- 4
La giovanissima vincitrice di “Amici” ha un grande limite, almeno per ora: voler somigliare troppo ad artiste già di grande successo. Il riferimento ad Annalisa sembra evidente, ma la voce non è la stessa.
Shalbo feat. Gue Pequeno e Tormento, “La mia parola”- 5
Gospel e rap si fondono con coerenza. Portano la loro cifra senza snaturarsi per Sanremo e fanno bene.
Joan Thiele, “Eco”- 7
Sensuale ed ipnotica, è forse la più cool dei big in gara.
Rocco Hunt, “Mille vote ancora”– 5
Un pizzico di anima latina, Napoli, dialetto. E poi i posti del cuore, il vissuto che non si dimentica.
Francesca Michielin, “Fango in Paradiso”- 6 e mezzo
Francesca ha l’eleganza di sempre e porta un testo non scontato su un amore finito.
The Kolors, “Tu con chi fai l’amore”– 6
Stash tiene la scena come pochi. Io pezzo, decisamente funky, prosegue sulla scia dei successi degli ultimi due anni della band partenopea. E forse questa “non sorpresa” rischia di deludere.
I conduttori
Carlo Conti, 8– Ha detto che non deve dimostrare nulla e ha perfettamente ragione. Veloce, istituzioniale e con la verve giusta, si riprende il palco con la sicurezza che solo 40 anni di mestiere sanno dare.
Gerry Scotti, 9– Le incursioni più divertenti sono le sue. Non aveva bisogno di essere sul palco di Sanremo per dimostrare la sua bravura, ma lo meritava.
Antonella Clerici, 8– La biondissima conduttrice conosce bene Sanremo, i suoi ritmi, il “frullatore” che è sempre stato. Anche lei non ha bisogno di consacrazioni e sceglie di portare femminilità e sapienza, con un tocco di auto ironia. Scintillante, in tutti i sensi, visto gli abiti luminosissimi.
La classifica
Secondo le votazioni della Sala stampa, tv e web, i 5 preferiti (in ordine sparso) sono: Giorgia, Simone Cristicchi, Brunori Sas, Lucio Corsi e Achille Lauro.